La nipote di Borsellino parla ai bambini Roberta Gatani ha raccontato il proprio viaggio per la morte dello zio ucciso dalla mafia

Il sindaco Graziano Lorenzetti ha partecipato all’incontro organizzato dall’Associazione “Nel segno di Anna” tra Roberta Gatani, nipote del giudice siciliano Paolo Borsellino, e gli studenti delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado Barbieri, Cavalcaselle e Don Bosco.
Erano presenti all’evento, parte di “Una Settimana diritta”, dedicata ai diritti di bambini e adolescenti, anche il Comandante della Compagnia Carabinieri di Legnago, il Maggiore Luigi Di Porto, il Sindaco di Angiari Antonino Puliafito, il Sindaco di Terrazzo Simone Zamboni e, collegato online, il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore Borsellino.
Roberta ha raccontato il proprio viaggio personale dal dolore per la morte dello zio, ucciso dalla mafia assieme a 5 agenti della scorta il 19 luglio 1992, alla rabbia per una morte rimasta senza colpevoli, fino alla nascita dell’associazione “La Casa di Paolo”, fondata nel 2015 a Palermo assieme allo zio Salvatore nella vecchia farmacia di famiglia, per offrire un futuro migliore ai giovani del quartiere della Kalsa.
Un viaggio contenuto nel libro da lei scritto “Cinquantasette giorni. Ti porto con me alla casa di Paolo”, che ripercorre i due mesi (23 maggio-19 luglio 1992) che separano la strage di Capaci (dove perse la vita il giudice Giovanni Falcone) dalla strage di via d’Amelio.
“Nonostante avesse la consapevolezza che non ne sarebbe uscito vivo, Paolo era un uomo molto coraggioso e non ha mai smesso di essere ottimista, non nei confronti dello Stato e di chi avrebbe dovuto proteggerlo, ma nei confronti dei giovani”, ha raccontato Gatani. “La mattina in cui perse la vita, Paolo scrisse una lettera di risposta agli studenti di una scuola del Nord, in cui confessava di essere “ottimista perchè vedo che verso la mafia i giovani, siciliani e no, hanno oggi un’attenzione ben diversa da quella colpevole indifferenza che io mantenni sino ai quarant’anni. Quando questi giovani saranno adulti avranno più forza di reagire di quanto io e la mia generazione ne abbiamo avuta” . E su questo ottimismo cerchiamo di lavorare tramite la Casa di Paolo. Cerchiamo di dare un’alternativa ai ragazzi, perchè non si può fare una scelta diversa dalla legalità se non si hanno gli strumenti, se non si danno ai giovani un lavoro, una casa dove abitare, il diritto a sognare un futuro diverso”.
“Noi adulti abbiamo vissuto quei momenti terribili del 1992 ed è giusto raccontarlo oggi ai ragazzi”, ha sottolineato il Sindaco Lorenzetti. “Per cambiare le cose è fondamentale quello che sta facendo la Casa di Paolo. Se non creiamo le condizioni per cui i ragazzi possano avere un futuro, le soluzioni non sono molte. E’ fondamentale dar loro un percorso formativo e una strada diversa”.
Il Maggiore Di Puorto ha concluso ricordando ai ragazzi che “la via da seguire è la legalità, rispettare il prossimo ed essere sempre onesti perché questa è la strada corretta. E studiare, perchè la mafia predilige gente incolta ed è lì che recluta i propri soldati. Come disse lo scrittore siciliano Gesualdo Bufalino “la mafia un giorno sarà vinta da un esercito di maestre”.