La peste suina minaccia gli allevamenti La malattia non si trasmette all’uomo, ma rappresenta un grave rischio per le aziende

Sale la preoccupazione di Confagricoltura per l’allarme sanitario legato alla peste suina, con alcuni casi accertati in Liguria e Piemonte. Una situazione critica che, con tutta probabilità, avrebbe potuto essere evitata con un’azione di contrasto sollecitata da tempo a tutti i livelli nei confronti della proliferazione dei cinghiali.
“Sono anni che chiediamo che venga fatto un piano serio per il controllo della fauna selvatica, che può causare il diffondersi di malattie con effetti catastrofici per gli allevamenti, portando all’abbattimento di migliaia di capi e al blocco delle esportazioni di carni suine e derivati – sottolinea Rudy Milani, allevatore di Zero Branco e presidente regionale e nazionale della federazione settore suini di Confagricoltura -. Il numero degli ungulati è fuori controllo e causa danni enormi ai raccolti, oltre a rischi per l’incolumità umana. Bisogna adottare misure di contenimento efficaci, con catture e abbattimenti mirati, a cominciare dalle aree dei Colli Euganei e della Pedemontana trevigiana, dove gli ungulati si stanno moltiplicando a dismisura, per proseguire con la montagna veronese e tutto l’arco alpino dal Friuli Venezia Giulia alla Lombardia. Si stima che solo in Veneto i cinghiali siano 100.000: attraversano strade e autostrade, si spostano ovunque, devastano i raccolti e mettono a rischio la vita delle persone. Il Trentino ha dimostrato di avere intelligenza in questo campo, come si è visto nella gestione degli orsi. Così dobbiamo fare noi, controllando e abbattendo gli animali selvatici che mettono a rischio la nostra salute e la nostra economia”.
Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova, ricorda che il problema, nonostante anni di appelli e di iniziative per sollecitare una soluzione, come il corteo degli agricoltori che in settembre ha toccato Ospedaletto Euganeo, Este, Baone, Cinto Euganeo e Vo’ Euganeo, è ancora lungi dall’essere risolto.
I più esposti, ricorda Coldiretti Verona, sono gli allevamenti suini presenti nella nostra provincia. La Peste Suina Africana può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani. Coldiretti attraverso il suo presidente nazionale Ettore Prandini ha chiesto interventi immediati per fermare il proliferare dei cinghiali e garantire la sicurezza degli allevamenti ma occorre anche monitorare attentamente la situazione per evitare strumentalizzazioni e speculazioni a danno del settore. “Siamo costretti ad affrontare questa ulteriore emergenza sanitaria – afferma Alex Vantini, presidente di Coldiretti Verona – perché è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato anche lo scorso luglio a Venezia e più volte nelle sedi istituzionali di fronte alla moltiplicazione dei cinghiali in tutto il Veneto e in particolare sul Monte Baldo e in Lessinia dove si contano quasi 10mila esemplari, anche se il problema riguarda molti Comuni della provincia scaligera.