La Virtus è in… paradiso. Ma Fresco alza l’asticella E Danti incalza: “Andremo a Trieste per giocarcela alla pari”

La prima volta non si scorda mai. Nell’anno del centenario, la Virtus Verona non smette di stupire e si regala anche l’impresa playoff. E chi se la sarebbe immaginata una stagione del genere: l’obbiettivo principale della salvezza conquistato con largo anticipo, e il dovere di provarci, traghettando questo sorprendente gruppo verso un nuovo sogno. Tutto vero. Domenica si va al
glorioso Nereo Rocco, contro la Triestina guidata da una vecchia conoscenza come Bepi Pillon.
Solo 90′ per giocarsela, niente supplementari né rigori, col pareggio passerebbero i padroni di casa meglio posizionati in classifica. Anche se nulla ormai può scalfire l’irriducibile Gigi Fresco.
Mister, che cosa significano per voi i playoff?
Per noi sono uno step di crescita, per fare esperienza, per migliorarci e quello che verrà sarà tutto di guadagnato. La Triestina è un avversario a cui abbiamo fatto spesso degli sgambetti, e quest’anno la differenza in campo non si è vista. Anche se loro in questo momento sono molto in forma.
Vista come si era messa la vostra stagione, ha qualche rimpianto di classifica?
Abbiamo avuto delle partite sfortunate, squalifiche lunghe per me e Cazzola dopo la gara persa all’ultimo col Padova, e un sacco di infortuni: Manfrin, Zarpellon e De Marchi dovevano essere i nostri rinforzi invernali e in realtà non hanno quasi mai giocato. Però è impossibile avere dei rimpianti.
Si sarebbe mai aspettato fosse così difficile centrare il nuovo obbiettivo?
Grossomodo sì, speravo solo che dopo il nostro 3-3 il Modena rallentasse, invece hanno continuato ad attaccare anche negli ultimi 30 secondi…(ride)
E AL 95′ LA RISOLVE IL CAPITANO…
Danti: “Dopo il rigore sbagliato, quella punizione era per me l’ultima chance”. La corsa del capitano, istintivamente verso la tribuna, anche se vuota. A voler comunque coinvolgere in un gigantesco abbraccio virtuale, chi seguiva i rossoblu dallo schermo di casa. Ma anche quei pochi tifosi, che ad ogni partita con una scaletta portata da casa, cercano con lo sguardo
di andar oltre la recinzione dello stadio. E’ stato lui, quel Mimmo Danti che alla Virtus ha ritrovato la sua seconda famiglia, dopo anni difficili, e che a 20′ dal termine si era fatto ipnotizzare dagli 11 metri dall’esperto Narciso. Si è riscattato nel migliore dei modi, con una gioia ancora più grande: al ’95, palla a giro morbida sopra la barriera e il sogno dei playoff che si concretizza sul tabellone luminoso del Gavagnin. La maglia al vento e i compagni che letteralmente lo sommergono.
Danti, dopo il rigore fallito pensava fosse finita?
Quando sei in quei momenti, anche se é difficile, devi cercare di dimenticare subito e pensare a cosa fare in campo, sennò se ti butti giù ed è peggio. Erano gli ultimi 20 minuti della stagione e dovevamo per forza provarci fino alla fine.
Una punizione così importante, cos’ha pensato in quel momento?
Sul momento della punizione, sapevo che era l’ultima occasione. Volevo metterla sopra la barriera, ero convinto di farcela, ed è andata bene. Sarebbe stata una beffa non arrivare al pareggio, dopo il campionato che abbiamo fatto.
Adesso si va a Trieste, con quale spirito?
Nei playoff è una lotteria, la Triestina è una squadra ben attrezzata partita per vincere il campionato.Andremo là a giocarci la gara senza troppe pressioni, saranno loro a doversi preoccupare…

Fabio Ridolfi