Moni Ovadia porta la sua voce coraggiosa al Film Festival della Lessinia. Mercoledì 27 agosto alle 16 il musicista, scrittore, attore e intellettuale è ospite a Parole Alte in dialogo, tra storia e attualità, con il direttore artistico Alessandro Anderloni. Si può vivere oltre i confini o a cavallo dei confini? Nella storia d’Europa due nazioni lo hanno fatto: il popolo Rom e gli Ebrei della diaspora. Questi ultimi parlavano una lingua che i confini li scavalcava: l’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polasco, russo. ucraino e romeno chiamato yiddish. Furono il popolo dell’esilio, genti senza patria sempre e comunque. Nella loro cultura di erranti, lo straniero è colui che apre il confine, è il portatore della benedizione. “Quella dell’esilio è una condizione di splendore dell’essere umano”, afferma Ovadia. La sua riflessione sui confini appare tanto cruciale quanto urgente, in un tempo drammaticamente segnato da nuove migrazioni e da guerre. Egli stesso migrante, arrivato a tre anni in Italia dalla Bulgaria, da ebreo ha denunciato il “genocidio intenzionale” che sta avvenendo a Gaza.