La zona rossa? Merito del prefetto.

La cronaca recente del Veronese denuncia episodi preoccupanti: a San Giovanni Lupatoto un uomo distrugge con un machete la vetrina di un locale; a Villafranca i furti in case e ristoranti non cessano, con la Polizia locale in agitazione per la grave carenza di personale; a Peschiera un furto da 30 mila euro in un negozio; a San Bonifacio degrado e occupazioni abusive nell’ex ospedale. «Alcuni esponenti del centrodestra nei giorni scorsi – ha detto il capogruppo PD Prima Circoscrizione Andrea Avanzi – hanno celebrato la nuova zona rossa a Pradaval come «vittoria» delle loro denunce e «conferma» dell’insicurezza in città. Eppure – ha proseguito – analoghi episodi in Comuni provinciali da loro amministrati passano come semplice cronaca, senza polemiche. Stessi problemi, stessi giorni, stesso territorio. La sicurezza supera i confini comunali e le appartenenze politiche. Per il PD la sicurezza è un tema centrale, affrontato stando assieme alle persone, ascoltando le loro preoccupazioni che facciamo nostre e riportiamo puntualmente nelle sedi istituzionali. La zona rossa – ha sottolineato – non è merito del centrodestra: è ordinanza del Prefetto Demetrio Martino, deliberata nel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica – presieduto dal Prefetto, con Questore, Sindaco di Verona, Presidente della Provincia, Comandanti Carabinieri e Guardia di Finanza – su dati nazionali, valida fino al 15 aprile 2026 come misura temporanea. Se il Sindaco siede nel Comitato che ha approvato la zona rossa, come si spiega l’accusa di «inerzia» da parte del centrodestra? È una decisione istituzionale condivisa. Servono contributi di tutti: Stato, Prefettura, più forze dell’ordine, politiche sociali. Usare ogni episodio o zona rossa per attacchi politici è una visione demagogica e poco costruttiva».