L’affetto di una città. Le lacrime di Sboarina: “Era buono”. Pioggia di messaggi per Stefano Bertacco Oggi la camera ardente a Palazzo Barbieri. Domani (lutto cittadino) i funerali sul sagrato di San Zeno, alle 15.30. Presenti anche gli onorevoli Meloni e La Russa. Oggi il ricordo in Senato. Il mondo del sociale e degli “ultimi” perde un riferimento

Foto di Renzo Udali

Sboarina, durante la con­feren­za stampa di metà giornata, si è com­mosso. La voce rot­ta dal magone. Gli occhi gonfi di la­crime. Lo sguardo assente di chi prova a non pen­sare al dolore che sta provando ma che inevitabilmente si deve arrendere alla triste rea­­ltà. “Ho perso un grande amico, un fratello. Stefano e­ra buono. Lo si dice sempre, ma nel 99% dei casi mi chiedo ‘sì, ma cosa vuol dire buo­no?’. Per lui invece era l’aggettivazione più corretta. Era una persona perbene, leale, che aveva una sensibilità che difficilmente ho trovato in altri. Quan­do qualcuno aveva un problema gli dicevo ‘C’è Ber­tacco, e gli davo il numero di cellulare’. Stefano stava ore a parlare con queste persone con una pazienza che gli ho sempre invidiato. E’ stato ottimista fino alla fine, era convinto di farcela. Se n’è andato un pezzo importante della mia vita e la città perde un pezzo importante della sua vita. So­no riuscito a vederlo pochi i­stanti prima che ci la­sciasse”. La camera ardente, allestita oggi a Palazzo Bar­bieri, ha vi­sto passare centinaia di persone: colleghi, a­mi­ci, rappresentanti delle as­sociazioni cittadine, del volontariato, del so­ciale, ma anche tanta gente che Ber­tacco aveva aiutato nel corso degli anni, prima nel­la giunta Tosi e poi in quella attuale. Aveva vissuto in pri­ma persona quel mondo o­scuro dal qua­­le è riuscito a e­mergere con grande forza. Si è poi messo a disposizione degli “ultimi”. Difficilmente la città si è stretta così tanto at­torno a un politico. Molti av­versari sono stati i primi, se­nza retorica, a ricordarlo con stima e affetto. Privilegio che spetta a pochi.

Foto di Renzo Udali