L’appello del governatore del veneto: prudenza! Zaia: “Siamo in zona gialla, ma nessuno faccia festa, altrimenti finiamo subito in quella arancione. Chiedo a tutti di continuare a rispettare le regole come durante la prima ondata. Il fatto che da noi il 98% dei contagiati sia asintomatico non deve essere un motivo per abbassare la guardia”. Sboarina: “Va chiarita al più presto la norma sui mercati”

“L’area gialla, che non è ver­de, come i semafori, dura po­co, e poi c’è l’arancione, e po il rosso. E, non è un gioco a premi”. Così il presidente del Veneto Luca Zaia ha com­­mentato la clas­sifi­ca­zio­ne del­­la regione in fascia gial­la, quella con criticità mode­ra­ta. “Quindi”, ha proseguito, “par­tiamo da un buon punto, cer­chiamo di non guada­gnar­ci l’area rossa che prevede re­strizioni dure, perché non si esce più dai territori comunali e regionali, si chiudono i bar e i ristoranti. Si va al lock­do­wn, e noi non vogliamo resta­re chiusi in casa”. Il go­ver­natore ha spiegato che se ci sarà la necessità la regione applicherà dei “micro lock­do­wn in aree limitate”. Zaia ha sottolineato che “la situazione è di allerta, critica, anche per­ché non sappiamo che evolu­zio­ne avrà l’epidemia: il no­stro modello matematico ci di­ce che a metà novembre si rag­­giungerà il picco. Il mo­del­lo ci dice che si arriverà quin­di intorno alle 300 terapie in­tensive occupate all’apice del­la curva, che poi, secondo le previsioni dovrebbe scen­de­re. Noi abbiamo allestito mille terapie intensive ma, ol­tre ai posti delle terapie in­tensive c’è un problema di per­sonale”. E ancora, Zaia: “La sanità funziona, ma ogni malato Covid toglie un posto a un malato ordinario e la cre­scita dei pazienti Covid porta alla sospensione di attività ordinarie, di day hospital, di interventi chirurgici program­ma­ti. Dietro il rinvio di un intervento chirurgico c’è una tragedia”. Quindi il gover­na­tore ha tenuto ribadire con forza: “Rispettiamo tutti le re­gole con l’utilizzo della ma­sche­rina, sempre, rispett­iamo i distanziamento sociali ed evitiamo gli assembra­men­ti”. Questione tamponi allargati. “Ho visto che alcuni veterinari hanno sollevato un problema, ma noi il tavolo con i rap­presentanti dei veterinari lo apriamo. L’incontro lo fa­remo coinvolgendo anche odon­toia­tri e farmacisti. Mi sembra strano che emergano preoccupazioni, perché da parte mia non c’è nessuna ob­bligatorietà, nessuna con­trap­po­sizione, ma dico solo che siamo in emergenza e servono misure d’emer­gen­za”. In mattinata confe­renza stampa anche del sindaco di Verona, Federico Sboarina, il quale è andato giù diretto: “Non è stato un bello spet­tacolo quello andato in scena ieri, sapere solo intorno alle 19 che tutto sarebbe stato rimandato di un giorno. E ancora non si sapeva in che colore saremmo stati piazzati. In un periodo di grande in­cer­tezza abbiamo bisogno di tante cose ma non di questo caos. Abbiamo bisogno di a­vere almeno la certezza di quello che si può fare. Ci sono due punti nel nuovo dpcm che non sono chiari riguardo ai mercati. Sembrerebbe che oltre al centro commerciale, nel fine settimana dovranno essere chiusi anche i mercati di quartiere, anche quello dell’antiquariato di San Zeno. Qui mi sfugge la logica: il mercato crea comunque as­sembramento, anche se fos­se di martedì. Un altro punto non chiaro riguarda la quan­tità dei banchi: non può es­sere che nella zona rossa può stare un maggior numero di banchi che in zona gialla. Per questo ho chiesto chiari­menti attraverso il prefetto e le categorie. Spero arrivino chia­­rimenti entro domani. Detto questo”, ha concluso il sindaco, “siamo gialli e tiriamo un sospiro di sollievo. Si­gni­fica che abbiamo una situa­zio­ne sanitaria migliore di altri e che in virtù di questo abbia­mo meno restrizioni che in altre regioni d’Italia. Ancor di più oggi, attraverso il com­portamento di ognuno pos­sia­mo cercare di restare in questa fascia”.