Tornando al tema delle nuove chiese costruite secondo le indicazioni dei documenti della Conferenza Episcopale Italiana, dove il punto nodale non è solo quello di creare uno spazio dentro cui celebrare, ma mettere insieme tutti quegli elementi e luoghi liturgici che devono parlare, raccontare il mistero che in esse si celebra, vorrei parlare oggi della chiesa di San Pietro da Verona a Balconi di Pescantina. Negli ultimi anni in provincia di Verona, e’ stata costruita questa nuova chiesa, la cui progettazione e realizzazione oltre che dei locali di ministero pastorale è stata resa possibile grazie al contributo 8Xmille della chiesa cattolica. Nei primi anni la parrocchia contava 1.392 abitanti e come luogo per le celebrazioni liturgiche veniva utilizzato un piccolo capannone in precedenza adibito ad officina. Si inizio da subito a pensare alla costruzione della nuova chiesa e nel 1972 ebbero inizio i lavori per la realizzazione di un grandioso progetto dell’ing. Enrico Trevisani che prevedeva la realizzazione di una chiesa a pianta centrale culminante con una cuspide. Il 19 febbraio 2004 all’unanimità si decide di dar corso al completamento della chiesa e delle opere pastorali. Nei mesi successivi con l’aiuto di esperti nominati dalla Diocesi di Verona, si decide di scegliere il progettista della nuova chiesa mediante un concorso privato ad inviti. Il 12 febbraio 2007 il Vescovo invia alla parrocchia una lettera di sostegno per la costruzione della chiesa con la quale assicura la collaborazione degli Uffici Diocesani preposti. Come ricordato nella nota pastorale della CEI per la costruzione delle nuove chiese, il dialogo tra progettisti e committenti ha reso possibile la riscrittura del progetto, sotto la guida del liturgista del parroco e la collaborazione di alcune artiste. Un potente muro segna la soglia del sagrato concepito come interno urbano dove convivono le presenze della chiesa, del campanile e dei locali per il ministero pastorale parrocchiali. E’ un luogo di riflessione e di silenzio, capace di accogliere momenti di festa e di aggregazione, che si distingue senza separarsi dall’ambiente circostante. L’insieme si presenta come un percorso a spirale che conduce in modo progressivo, dalla porta urbana alla porta della chiesa e da lì all’interno della chiesa fino all’altare inevitabile punto conclusivo di tutta la composizione. Entrando nella chiesa ci si trova di fronte al Fonte Battesimale e solo in un secondo momento, si scopre l’aula liturgica culminante secondo l’antica tradizione con l’abside e l’altare. Ogni ingresso in chiesa in questo modo è attraverso il fonte memoria viva dell’istante in cui ogni cristiano è stato afferrato da Cristo attraverso la Sua Chiesa. La presenza del fonte “permette” poi di mutare la direzione del proprio sguardo e di convertirsi verso l’altare, centro dell’aula liturgica. L’interno della Chiesa è avvolto dalla luce, che rende evidente uno spazio che da profano si fa sacro. La tenue luce che all’alba entra dall’alto, attraverso tre strette feritoie incise nella terminazione dell’abside, da semplice sussurro diventa luce piena, riferimento all’azione creatrice di Dio ed alla venuta di Gesù. L’importanza della luce esaltata anche dall’uso dei materiali, prefigura la pienezza dei tempi ultimi. L’impianto della chiesa si completa con la cappella feriale e la sagrestia. All’interno della cappella feriale è ricavato lo spazio per i confessionali, in modo che il Sacramento della Riconciliazione possa essere celebrato in uno spazio misurato e raccolto che favorisca la riflessione personale.
Tiziano Brusco