Lasagna vuol riaccendere la miccia. L’attaccante lunedì tornerà al Friuli per Udinese-Hellas Contro la squadra che lo ha consacrato e lo ha condotto a vestire la maglia azzurra

Due storie profondamente diverse. Ma con un unico protagonista. Kevin Lasagna torna nuovamente al Friuli ma ancora una volta senza enfasi, squilli di tromba. Contro quella squadra che lo ha consacrato, lo ha condotto a vestire anche la maglia della Nazionale. Lasagna a Udine è stato quello che ora viene definito un autentico crack. Lasagna a Verona è ancora alla ricerca di se stesso. Forse non si è del tutto perso, certamente non si è mai ritrovato.
Senza ulteriori parole in più basta analizzare le fredde e impietose cifre. Lasagna è giunto all’Udinese nella stagione 2017-18 realizzando 15 reti, 13 in campionato e 2 in Coppa Italia con sole 32 presenze. Come a dire un gol ogni due partite. Importante il suo apporto anche nella stagione successiva. Titolare inamovibile con 36 presenze in campionato e 6 reti, bottino ancora più pingue nel campionato 2019-2020. Sempre 36 presenze con 10 reti e altre 2 in Coppa Italia. Nella stagione 2020-21 altri 17 gettoni e 2 reti prima di passare durante la sessione del mercato invernale al Verona.
Al debutto in gialloblù 2 gol in 19 gare, stesso trend per l’anno dopo, quello con Tudor in panchina. Due acuti in 28 gare giocate e quest’anno ci sono solo 2 reti, una in campionato, l’altra in Coppa con il Bari. Lasagna non è più, soprattutto, un punto fermo del Verona. Anzi, Sogliano aveva pensato anche ad una sua cessione per dare fiato al mercato del Verona.
Sacrificabile, insomma. Come sono distante le stagioni di Udine, le sue giocate a spezzare le difese avversarie. Lasagna, è bene sottolinearlo, non è una prima punta. Gli anni più belli li ha disputati con accanto veri e propri centravanti come Okaka a Udine e Mbakogu nei buoni campionati giocati a Carpi. Sia Juric che Tudor lo hanno anche utilizzato come attaccante centrale, ma spalle alla porta il ragazzo mantovano non sa esprimersi al meglio.
Pochi attaccanti italiani attaccano la profondità con la pericolosità di Lasagna il quale, va altrettanto sottolineato, sa dare una mano alla fase difensiva, è un generoso, caratteristica che paga in zona gol quando non è lucido per finalizzare al meglio. Zaffaroni e Bocchetto sembrano più disposti ad assecondarne le caratteristiche tecniche. Smaltito un infortunio muscolare e tornato a disposizione Lasagna è stato schierato sin dall’avvio con il Lecce. Il nuovo modo di attaccare del Verona, con palla lunga a cercare la spizzata di Djuric, potrebbe anche esaltarne le doti. Se dovesse scendere in campo al Friuli di Udine avrà grandi motivazioni. Davanti ad un pubblico che ne ha ammirato i giorni più belli sarebbe bello se Lasagna riaccendesse la miccia, tornasse a diventare una solida realtà del calcio italiano. Quel giocatore capace di conquistare la maglia azzurra e raccogliere sette presenze con l’Italia di Mancini.

Mauro Baroncini