Lavoratori in nero. In Prefettura il piano per contrastare il caporalato Si è riunita la Cabina di Regia con lo scopo di monitorare la situazione. I dati forniti dalle Forze dell’Ordine evidenziano un fenomeno che interessa le aree a maggiore vocazione agricola come la Bassa, l’area del Soave e la Valpolicella

Nel quadro delle attività condivise nel “Piano Provinciale di intervento a tutela dello sviluppo agricolo legale e di contrasto al caporalato”, si è riunita la Cabina di Regia con lo scopo di monitorare lo stato di attuazione del Protocollo, verificandone i risultati, e di programmare le successive attività. I dati forniti dalle Forze dell’Ordine, relativi all’attività di contrasto al lavoro irregolare in agricoltura, evidenziano un fenomeno che interessa le aree a maggiore vocazione agricola della provincia in coincidenza dei lavori stagionali, orientando il flusso della manodopera, in gran parte straniera, verso la Bassa veronese, l’area di Soave e della Valpolicella. I risultati del contrasto segnalano che nell’anno 2021 sono stati scoperti 166 lavoratori in nero e 172 lavoratori irregolari e sono stati verbalizzati 35 datori di lavoro, di cui 5 denunciati per caporalato. Da gennaio ad ottobre 2022 sono stati scoperti59 lavoratori in nero e 26 lavoratori irregolari e sono stati verbalizzati 16 datori di lavoro, di cui 6 denunciati per caporalato. Si tratta di attività che discendono prevalentemente da operazioni condotte d’iniziativa da parte delle Forze dell’Ordine, mentre le denunce sono poche e caratterizzate da genericità in un contesto ancora, purtroppo, omertoso rispetto all’entità del fenomeno. In parallelo all’azione di vigilanza, l’Ispettorato Territoriale del Lavoro ha sviluppato una campagna di informazione, prevenzione e promozione della legalità rivolta ai datori di lavoro ed ai lavoratori, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali, per incentivare e promuovere l’adozione di comportamenti nel rispetto delle norme e disincentivare, invece, le pratiche irregolari ed elusive. In particolare, la task force, organizzata dall’I.T.L., che ha coinvolto l’Azienda ULSS 9 “Scaligera” e mediatori culturali dell’O.I.M. (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), ha evidenziato un elevato tasso di irregolarità. Sono stati, inoltre, emessi provvedimenti di sospensione dell’attività produttiva sia per l’utilizzo di lavoratori in nero, sia per violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono 97 nel veronese le aziende iscritte nella “rete agricola di qualità” curata dall’INPS, che raccoglie le aziende virtuose, cioè quelle che hanno attuato la certificazione, tra l’altro, del rispetto della normativa in materia di collocamento dei lavoratori. Partendo dall’analisi di questi dati il Prefetto Donato Cafagna ha sollecitato una più stretta collaborazione tra le Associazioni di categoria, i Sindacati e le Forze di Polizia. Sotto questo profilo, la Questura e i Comandi Provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza renderanno disponibili riferimenti ai quali far pervenire segnalazioni utili a meglio orientare l’azione di repressione. Un altro aspetto sul quale lavorare è quello della conoscenza dei diritti da parte dei lavoratori immigrati. Perciò l’Ente bilaterale di settore-Agri.Bi., con le associazioni di categoria ed i sindacati, curerà la realizzazione di una app che renderà disponibile ai datori di lavoro e ai lavoratori, specie agli stagionali, le informazioni necessarie, pubblicizzando in diverse lingue il “vademecum delle buone pratiche”. Un’analoga iniziativa di promozione si intende svolgere per aumentare l’adesione delle aziende alla “rete agricola di qualità”. Un altro tema importante sul quale si è soffermato il Prefetto è rappresentato dalla l’organizzazione logistica attualmente assicurata dalle cosiddette “cooperative senza terra”, che provvedono a selezionare la forza-lavoro e a spostarla, con propri mezzi, nei campi. Ci confrontiamo – ha concluso il Prefetto – con problematiche complesse e perciò è più che mai necessario che tutti si impegnino a fondo per garantire l’obiettivo comune costituito da un’agricoltura di alto livello.