«Le Cantine de l’Arena», in Piazzetta Scalette Rubiani, organizzano da 20 anni una programmazione di prestigio, che ospita i grandi nomi del parterre nazionale ed internazionale. Musica americana, brasiliana, sudamericana, africana, cantautorato, jazz, swing e rock’n’roll. Come detto in precedenza, poco conta il genere, basta che sia «fatto bene» e faccia trascorrere in bellezza le serate nella magica atmosfera della Music Brasserie di Verona. Un programma fitto che, dopo l’avvio con la rassegna «Dinner & live music» e l’omaggio a Gino Paoli, prosegue martedì 4 novembre alle 21 con il «Winter Jazz Festival». Torna sul palcoscenico Champian Fulton, considerata una delle più dotate musiciste jazz della sua generazione. Pilastro della vibrante scena di New York, la celebre cantante-pianista si è esibita con artisti del calibro di Lou Donaldson, Scott Hamilton, Buster Williams e Louis Hayes. Lo stile swinging e le sue carismatiche performances l’hanno resa una custode della tradizione del jazz, consolidando così il suo grande spessore artistico. Special Guest della serata Piero Odorici, sassofonista bolognese ben noto al pubblico delle Cantine e a quello di altri «storici» Jazz Club internazionali. Si prosegue venerdì 7 novembre con Mytilus. II trio veronese propone una scaletta di brani ricercati e suggestivi, tratti dal repertorio Pop internazionale ed italiano. Le composizioni sono spesso rielaborate e rivisitate in modo originale, utilizzando suoni acustici e colori elettronici. La grande cura del dettaglio e degli arrangiamenti fanno di questo evento un’occasione unica per tutti gli amanti della grande musica popolare. II calendario prosegue sabato 8 con una serata con sottofondo musicale «jazz-lounge», creato da un duo/trio in acustico. Ospiti a sorpresa e improvvisazioni d’ensemble, per creare l’atmosfera ideale alla cena con dell’ottima musica dal vivo. Domenica 9 alle 19:30 con la sua sonorità «fusion» la band Blue Scat propone un repertorio che viaggia attraverso la «Black Music» di Jon Hendricks, Steve Wonder, Al Jarreau, George Benson, fino al «Brasile» di Djavan, Ivan Lins, Jobim. Un sound coinvolgente dove il jazz incontra il groove ed il funk e dipinge colori ogni volta inaspettati. II tutto interpretato dalla voce unica di un grande cantante. Sempre per il «Winter Jazz Festival» martedì 11 novembre arriva Meanwhile, il titolo del nuovo progetto di Emiliano D’Auria. Il pianista si presenta sul palco alla guida di questo quintetto internazionale, composto da Philip Dizack alla tromba, Godwin Louis al sax, Jacopo Ferrazza al contrabbasso e Joe Dyson alla batteria. L’energia e il respiro del sound americano si uniscono alla sensibilità melodica europea in un’armonia di suoni originale e contemporanea, nata dall’incontro di tendenze, culture e visioni differenti. Meanwhile è un crocevia di stili e identità, un ponte tra mondi diversi che dialogano tra loro. II 14 novembre tocca a «EL TIGRE» (Vrec Music Label) che viene presentato ufficialmente in questa serata è il terzo lavoro discografico degli HOLY FATHERS. La band veronese nasce nel febbraio 2013 sulla base della condivisione di una profonda empatia e di un medesimo spirito da parte dei membri del gruppo, ma anche sul filo di una profonda ironia e dell’equilibrio musicale che sembra riassumere in unico suono e in un’unica proposta le esperienze eterogenee dei cinque musicisti.
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