Le mani sugli stipendi degli infermieri. «Dopo il danno la beffa». Già da novembre sottratta una somma tra i 500 e i 1.000 euro

A partire dal mese in corso, le Aziende Sanitarie del Veneto attueranno un prelievo sugli stipendi degli infermieri e del personale delle professioni sanitarie che hanno beneficiato dello sgravio del 5% per la pronta disponibilità in servizio. Questo «benefit», riconosciuto migliaia di professionisti, era frutto del Patto della Salute Nazionale del Governo e recepito nella Finanziaria 2025 dello scorso anno. Ora tutto viene rimesso in discussione a causa di un interpello all’Agenzia delle Entrate che ha portato al dietrofront, sostenendo che lo sgravio del 5% vale solo per i richiami in servizio; mentre lo straordinario generato dalla pronta disponibilità rientra invece nella tassazione ordinaria. Di conseguenza, tutti gli infermieri che hanno effettuato straordinari in pronta disponibilità sono ora soggetti al conguaglio fiscale, dovranno restituire quanto ricevuto. Le Aziende Sanitarie venete si stanno già attivando per il recupero delle somme percepite dai dipendenti sottoforma di sgravio applicato nel corso dell’anno. «Oltre al danno, pure la beffa per migliaia di professionisti commenta Guerrino Silvestrini, segretario regionale Nursing Up Veneto a livello legale riteniamo che quanto sta accadendo non solo sia profondamente ingiusto ma anche improprio sotto il profilo di legge, visto che provvedimenti di questo tipo dovrebbero essere applicati in presenza di una norma legislativa o di un pronunciamento formale del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Invece, in questo caso, ci si basa su un interpello all’Agenzia delle Entrate. Pertanto, consultati i nostri legali, il recupero avviato rischia di essere illegittimo, oltre a creare malcontento e delusione tra i lavoratori, ai quali nel nostro Paese, spesso, con una mano si dà e con l’altra si toglie». Visto che, da un lato, Governo e Regione hanno introdotto misure di sostegno e benefit per il welfare aziendale, ma anche per incentivare chi opera in reparti disagiati, di notte e facendo turni aggiuntivi; dall’altro si decide di chiedere a infermieri e personale delle professioni sanitarie di restituire quanto percepito con la tassazione agevolata al 5%. Una situazione che contribuisce ad aumentare il disorientamento e rappresenta l’ennesimo disincentivo per una professione già messa a dura prova. Per Nursing Up è tangibile il rischio di un contraccolpo negativo sull’appeal della professione ma anche sull’efficienza del nostro sistema sanitario. «Questo nuovo dietrofront – conclude il segretario Silvestrini colpisce ancora una volta gli infermieri, già operanti in un contesto caratterizzato da forte carenza di personale e da scarsa attrattività della professione. La richiesta di restituire quanto percepito in regime agevolato, che era stato proprio riconosciuto a fronte di un maggiore impegno lavorativo, rischia di avere pesanti conseguenze sull’intero sistema sociosanitario, andando a ridurre la disponibilità a effettuare attività aggiuntive, a peggiorare le liste d’attesa per prestazioni e interventi programmati, ma anche la gestione delle urgenze; nonché a generare confusione e incertezza in un momento già critico per la sanità veneta».