Le retribuzioni comunali restano basse. Gli enti locali soffrono una cronica difficoltà di assunzioni. Gli organici sono ridotti A Verona e provincia il mondo del lavoro sta vivendo una trasformazione profonda guidata dalle nuove generazioni. E il pubblico impiego, un tempo rifugio sicuro, oggi fatica ad attrarre e trattenere i talenti. Così i concorsi vanno deserti.

di Garonzi Stefania

Nel 2025 la Pubblica Amministrazione italiana toccherà quota 3,4 milioni di dipendenti, il massimo degli ultimi dieci anni. Un segnale di ripresa dopo una lunga stagione di disinvestimenti, come evidenzia il report ”Lavoro Pubblico 2025” di FPA. Ma se a livello nazionale si registrano progressi sul fronte del ricambio generazionale, della formazione e della qualità contrattuale, il territorio veronese si trova davanti a una sfida cruciale: trasformare questi numeri in opportunità concrete per il rilancio degli enti locali. A Verona, come nel resto del Paese, il lavoro pubblico sta cambiando volto. L’età media dei dipendenti scende, la quota di laureati cresce (56% nel 2023), e iniziano a comparire profili innovativi come gli specialisti della trasformazione digitale. Tuttavia, il cuore della macchina amministrativa resta ancorato a figure tradizionali, con concorsi che faticano a intercettare le nuove competenze richieste dalla transizione digitale e dalla gestione predittiva dei servizi. Gli enti locali scaligeri, in particolare, soffrono una cronica difficoltà di assunzione afferma Giovanni Zanini, segretario generale della Cisl Fp Verona. Tra gennaio 2024 e aprile 2025, su oltre 406 mila posizioni bandite a livello nazionale, solo 23 mila riguardano i Comuni. Eppure, proprio qui si gioca una partita decisiva per il futuro del territorio. I municipi veronesi, pur con organici ridotti, hanno dimostrato una straordinaria capacità di investimento: nel 2023, con 2 mila dipendenti in meno rispetto al 2017, la spesa per investimenti fissi lordi è raddoppiata. Ma il rischio è che questo ”miracolo amministrativo” non sia sostenibile nel lungo periodo afferma Giovanni Zanini, segretario generale della Cisl Fp Verona. Le retribuzioni comunali restano inferiori rispetto ad altri comparti pubblici, con differenze che arrivano fino al 33% rispetto alle agenzie fiscali. Il turnover è elevato, le dimissioni aumentano, e i concorsi spesso vanno deserti. Serve una strategia locale di attrazione e valorizzazione dei talenti, capace di rendere il lavoro pubblico scaligero competitivo e attrattivo per le nuove generazioni. Il futuro della PA a Verona passa da qui: più giovani, più competenze, più visione. Come sottolinea Gianni Dominici, AD di FPA, «il cambio di passo è evidente, ma ora è necessario proseguire questo percorso guardando alle dinamiche dei prossimi anni . Per farlo, servono investimenti mirati, concorsi agili, percorsi di formazione continua e una narrazione nuova del lavoro pubblico: non più rifugio, ma motore di innovazione e coesione sociale.