Si infiamma la campagna elettorale per le regionali del Veneto in programma il 23 e 24 novembre, ma la bufera esplode in casa Lega. Con il vicesegretario nazionale Roberto Vannacci, ex generale della Folgore ed eurodeputato della Lega che pubblica su Facebook un post revisionista del fascismo con affermazioni gravemente antistoriche. Tanto che gli stessi leghisti si rivoltano contro. E perfino il governatore in carica Luca Zaia, capolista per la Lega in tutte le province, parlando al punto stampa di Vittorio Veneto, mette a tacere l’ex generale nostalgico revisionista che ora punta a riscrivere la storia. Tra le affermazioni di Vannacci, che le leggi razziali del 1938 sono state votate dal parlamento. Senza ricordare che si trattava di un Parlamento eletto con le leggi fascistissime che avevano abolito i partiti e di fatto composto solo da sostenitori del duce. E Zaia non si tira indietro. «Le leggi razziali sono state la vergogna dell’Italia, rappresentano il periodo più buio della storia italiana». Zaia ricorda per chi volesse ancora fare offesa della memoria: «Le leggi razziali hanno permesso purtroppo e amplificato il rastrellamento programmato di ebrei, zingari, disabili, omosessuali, avversari politici che vennero poi uccisi terribilmente nei campi di concentramento. Non ho nulla a che fare con il revisionismo storico; è stata una ferita dell’umanità e purtroppo noi con la Germania di Hitler siamo stati artefici di questa schifosissima pagina di storia2. Vannacci sostiene poi che Mussolini era stato eletto democraticamente… mentre Italo Balbo con le sue squadracce eliminava gli oppositori, a cominciare da Matteotti. «Potremmo discutere sulle elezioni democratiche, ma non voglio aprire riflessioni storiche. L’esito storico di quel periodo lo conosciamo tutti». Le leggi razziali vennero approvate nel 1938; ben prima va ricordato che leggi fascistissime vennero decise nel 1925-26 (Mussolini va al potere nel 1922) e distrussero ogni libertà costituzionale, venne perpetrato l’omicidio Matteotti, che segnò l’inizio della dittatura vera e propria, e arrivò la legge Acerbo, che truccò la rappresentanza parlamentare aprendo la strada al regime totalitario. Un ventennio di violenza, censura e terrore di Stato. Un regime nato dalla violenza e dalla paura, mantenuto con la repressione e sfociato nelle leggi razziali e poi nella guerra mondiale. Un periodo buio, come dice Zaia, che non può essere riscritto con un post su Facebook.



