Vola in una delle terre più inaccessibili del pianeta la Lessinia d’Oro, il massimo riconoscimento in assoluto del Film Festival della Lessinia. Alla trentunesima edizione della rassegna cinematografica internazionale dedicata a vita, storia e tradizioni in montagna trionfa il lungometraggio La route (Francia 2025) dell’etnologa e documentarista Marianne Chaud, presentato al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova in anteprima europea. La Giuria internazionale composta da Matti Bauer (Germania), Lucía Contreras Howard (Messico), Inés Garcia (Francia), Maksym Melnyk (Ucraina) e Alberto Rizzi (Italia) – ha dato questa motivazione: «Per le donne di questa regione isolata dell’India, partecipare all’attesissima costruzione di una strada significa letteralmente aprirsi un cammino verso il mondo moderno, nella speranza di trovare nuove opportunità, nuovi inizi e una maggiore indipendenza. Attraverso una fotografia mozzafiato e un racconto profondamente umano, il film dà voce a un’ampia varietà di donne impegnate in questo lavoro pericoloso e faticoso, mostrando al tempo stesso un incrollabile ottimismo, spirito di sorellanza e orgoglio. Al centro di tutto c’è l’opera straordinaria di Marianne Chaud. La regista che si è immersa giorno dopo giorno nella vita di queste donne, raccontandone la resilienza con compassione e autenticità. Siamo orgogliosi di assegnare la Lessinia d’Oro a un documentario che cattura, con rara sensibilità e potenza, questo momento cruciale per il popolo dello Zanskar». La Lessinia d’Argento per il miglior lungometraggio è andato a My Sweet Land (Francia, Giordania, Irlanda, Stati Uniti 2025) della documentarista Sareen Hairabedian. Ad aggiudicarsi la Lessinia d’Argento per il miglior cortometraggio è stato Anngeerdardardor (Danimarca, Germania 2025) dello sceneggiatore e regista Christoffer Rizvanovic Stenbakken. Il Premio della Giuria è stato assegnato a La muraille (Francia, Svizzera 2025) della regista Callisto Mc Nulty. Con una menzione speciale della Giuria internazionale è stata inoltre premiata la regista israeliana Hadara Oren per il documentario The shepherd’s keeper (Israele 2024). A Ivan Vlasov e Nikita Stashkevich è stato attribuito il Premio al Futuro al migliore regista giovane per il film U vetra net hvosta (Russia 2024). Il riconoscimento è concesso dal Curatorium Cimbricum Veronense in memoria di Piero Piazzola e Mario Pigozzi. Il Premio Montagne Italiane per il miglior film della sezione Montagne è andato a Moving Mountains (Italia 2025) dal cineasta e videomaker Andrea Costa. Il riconoscimento è concesso dalla Cassa Rurale Vallagarina. Menzione speciale del Premio Montagne Italiane a La religione della libertà di Marco Zuin e Giulio Todescan. Ad ottenere il Green Planet Movie Award per la migliore opera cinematografica della sezione FFDLgreen sono stati Francesco Clerici e Tommaso Barbaro per il cortometraggio The ice builders (Italia, India 2024). A vincere il Premio del Parco della Lessinia per il miglior film che indaga il rapporto tra l’Uomo e l’ambiente montano è il cortometraggio La strada di Podestaria (Italia 2025) di Giorgio Oppici e Aldo Ottaviani. La Giuria dei detenuti della Casa Circondariale di Verona ha votato come miglior film del Premio Microcosmo: Vientre de luna (Messico 2024) della regista messicana Liliana K’an. Il Premio del pubblico è stato conquistato da La route di Marianne Chaud. Il Premio dei bambini è andato al film d’animazione La légende du colibri (Francia 2025) di Morgan Devos.