L’Hellas conosce la sua “Caporetto’’. La squadra di Zaffaroni senza vigore agonistico La sosta capita nel momento giusto per rimettere in ordine le cose prima dell’ultimo step

hellas stadio udali Ph Renzo Udali©

La partita contro la Sampdoria era la classica sfida da vincere. Complice la sconfitta subita venerdì dallo Spezia, tornare con tre punti da Marassi avrebbe significato accorciare in modo sostanziale il distacco in classifica proprio dalla formazione ligure. Quella che poteva essere una domenica di festa si è, invece, tramutata in una ‘Caporetto’. La squadra di Zaffaroni, apparsa smarrita e priva del necessario vigore agonistico, è tornata casa a mani vuote. Tuttavia, a preoccupare di più, risultato negativo a parte, è stata proprio la flessione fisica e, soprattutto, mentale accusata dai gialloblù, che hanno dato l’idea di essere arrivati al capolinea. La condanna definitiva può comminarla solo la matematica, ma in questo momento la situazione, se non è compromessa, poco ci manca. PREGI E DIFETTI Trovare spunti positivi in una gara come quella di domenica appare impresa quasi improba. Dopo il richiamo lanciato in settimana da Sogliano, che ha detto di aspettarsi di più da quelli della cosiddetta vecchia guardia, l’unico a rispondere presente è stato il solo Lazovic mentre la delusione più forte è arrivata da Tamèze, oramai nemmeno lontano parente del giocatore ammirato nella scorsa stagione. Qualche segnale confortante è arrivato da Faraoni, in ripresa dopo l’infortunio che lo ha obbligato a una lunga sosta forzata. Paradossalmente, il migliore in campo è stato Gaich, ovvero colui che nelle ultime settimane era finito più volte nel mirino della critica, tanto da sembrare quasi un corpo estraneo. Entrato in campo al posto di Djuric – costretto a fermarsi per un riacutizzarsi di un fastidio al ginocchio appena operato – l’attaccante argentino, a differenza di altri suoi compagni, ha avuto un impatto positivo sul match, riuscendo anche a segnare due gol. Peccato solo sia intervenuto il Var a cancellare tutto. L’aspetto più negativo della trasferta in terra ligure è stato, invece, l’atteggiamento mostrato dalla squadra nel primo tempo. L’approccio alla gara – come sottolineato dallo stesso Zaffaroni in conferenza stampa – era una specie di condizione sine qua non e, invece, è diventato il mattone mancante che ha fatto crollare il castello delle aspettative. Dopo un tempo trascorso in balia delle offensive blucerchiate, i gialloblù hanno provato a reagire nella ripresa, senza raggiungere l’effetto sperato. Questa volta sul banco degli imputati ci finiscono anche i due tecnici, le cui scelte, iniziali e in corso d’opera, hanno lasciato alquanto a desiderare. La sosta, a detta di Zaffaroni, capita al momento giusto per rimettere in ordine le cose prima dell’ultimo step. I punti in palio sono ancora molti ma i segnali sono quelli di una squadra oramai alla deriva, che si avvia mestamente a una retrocessione quasi annunciata. Solo un miracolo potrebbe salvare i gialloblù. I miracoli a volte succedono ma questa volta in riva all’Adige il contesto è tutt’altro che consono affinché questo possa accadere.

Enrico Brigi