L’urlo. L’appello di una mamma che attende una risposta per la morte del figlio Elisabetta Casini ha organizzato un presidio in Piazza Bra per chiedere verità sulla morte del figlio Lorenzo deceduto quattro anni fa. L’indagine ha concluso dicendo che si era trattato di un suicidio, ma lei non si rassegna. E si rivolge alla magistratura

“Mio figlio si poteva salvare, io cerco solo la verità’’. Queste le parole di Elisabetta, madre di Lorenzo Casini, che ha organizzato oggi un presidio in piazza Bra per sensibilizzare sulla morte del figlio ventinduenne avvenuta nella notte del 3 gennaio 2019 nella sua abitazione di Albarè a Costermano del Garda.

UN RAGAZZO ALTRUISTA

“Lorenzo era un ragazzo altruista, fin da piccolo lo chiamavo infermierino, perché era sempre disposto ad aiutare tutti’’. Ed era proprio questo il sogno di Lorenzo che era volontario nella Croce Rossa e lavorava in un ristorante per pagarsi gli studi che aveva lasciato per poter mettersi via dei risparmi suoi, di cui andava molto orgoglioso.

MA COSA E’ SUCCESSO QUELLA NOTTE?

Il ragazzo, la sera precedente alla sua morte, non si era recato al lavoro perché non si sentiva bene e aveva chiesto al suo coinquilino delle gocce calmanti perché aveva bisogno di riposare, ma lui era allergico a tutti i tipi di farmaci. Da lì, l’inizio della tragedia. Lorenzo si sente male e cerca aiuto inviando messaggi alla migliore amica. Verso le 1.30 del mattino il suo coinquilino, quando torna a casa, lo trova impiccato alla scala a chiocciola con il guinzaglio del cane intorno al collo. Dopo un’ora dall’accaduto i carabinieri si recano sul posto e chiudono il caso: il ragazzo, secondo le indagini, si sarebbe tolto la vita.

L’APPELLO DELLA MADRE

Elisabetta però non si dà pace: “Voglio che vengano riaperte le indagini perché il caso di mio figlio è stato chiuso in un’ora, senza autopsia e senza la presenza di un medico legale e nel giro di due settimane è stato archiviato. Voglio verità, perché andare avanti nel dubbio è una cosa che mi distrugge’’. Secondo la mamma di Lorenzo, suo figlio, se fosse stato ascoltato dagli amici, se fosse stata chiamata un’ambulanza o se fosse stata avvisata lei in primis, si sarebbe potuto salvare ed è per questo che non riesce a rimarginare la sua ferita, che è ancora viva dentro di lei, ma che le permette di lottare ogni giorno per scoprire la verità.

L’INCHIESTA

Dopo la richiesta del Pm di archiviazione, il 17 novembre scorso, c’è stata l’udienza di opposizione alla presunta omissione di soccorso. Ora la signora Elisabetta Casini è in attesa della decisione del Giudice per le indagini preliminari.

Francesca Brunelli