L’UVA IN APPASSIMENTO TROVA UNA SECONDA VITA Masi Agricola e Università di Verona

Dopo aver portato alla notorietà della comunità scientifica mondiale la Corvina, la varietà d’uva più rappresentativa dei vini rossi veronesi, grazie a importanti pubblicazioni firmate dall’università di Verona su riviste internazionali, un’altra pietra miliare è stata posta.  Un gruppo di ricercatori, coordinato da Giambattista Tornielli del dipartimento di Biotecnologie, ha chiarito i meccanismi genetici attivi nell’uva durante l’appassimento dimostrando che gli acini d’uva posti ad appassire dopo la raccolta non stanno semplicemente riposando. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Plant Physiology, tra le riviste internazionali più autorevoli in ambito vegetale. Il lavoro è stato possibile grazie a una stretta interazione con alcune aziende vitivinicole del territorio veronese, in particolare l’azienda Masi Agricola di Sandro Boscaini e il suo Gruppo Tecnico. I risultati raggiunti dal team scaligero dimostrano come sia fondamentale la sinergia tra il mondo della ricerca e quello delle imprese, per poter sviluppare conoscenze scientifiche approfondite con un potenziale impatto applicativo.  Lo studio è stato realizzato proprio nell’ambito di un progetto Joint Project.