Ma ci sarà la lista Zaia? Al via le grandi manovre in vista del voto di primavera. Lo strapotere del “Doge” non è in discussione, a differenza della sua civica che secondo fonti salviniane potrebbe sottrarre troppi voti alla Lega

Ci sarà o no la “lista Zaia”? Per ora è questa la grande incognita in vista delle elezioni regionali dell’anno prossimo. Cominciano a chiederselo con insistenza i consiglieri in carica. Così come se lo domanda chi aspira a entrare a Palazzo Balbi e al Ferro Fini. «Dopo Zaia solo Zaia, e la sua civica non si tocca» ripetono come un mantra i fedelissimi del governatore, la cui ricandidatura (e vittoria) al momento non è in dubbio, a meno che non sia Zaia stesso ad aspirare a un incarico a Roma, eventualità comunque legata alla tenuta del governo. C’è però anche chi sostiene che Salvini, dietro suggerimento del fedelissimo Lorenzo Fontana, non sia così convinto di dare l’assenso alla riproposizione della lista del “doge”, che potrebbe sottrarre troppi voti a quella della Lega. Nel 2015 la civica di Zaia prese il 23%, il Carroccio il 17,8. In via Bellerio, sostengono fonti salviniane, temono peraltro che il mancato raggiungimento dell’autonomia, per la quale invece il governatore continua a battagliare, potrebbe provocare una discreta migrazione di voti dal Carroccio alla lista del presidente. Nel 2015, sulla Lega, pesò l’uscita di Tosi, che complessivamente riuscì a ottenere l’11,9%. Cosa farà l’ex sindaco di Verona? Il suo unico obiettivo è quello di tornare ad amministrare la città, ma sulla carta mancano due anni e mezzo alle amministrative, un’eternità. Tosi da tempo dialoga col deputato e coordinatore regionale di Forza Italia Bendinelli, il quale potrebbe trovare un posto nella lista “azzurra” se non all’ex sindaco a qualche suo fedelissimo, così da tenere motivate le truppe tosiani, altrimenti destinate a disperdersi. Bendinelli, a dispetto delle percentuali marginali ottenute da Forza Italia alle ultime elezioni in giro per l’Italia, è convinto che i Berluscones in Veneto potranno fare un’ottima figura. Il Pd così come i 5 Stelle brancolano nel buio: le attenzioni dei vertici sono tutte per le regionali in Emilia Romagna, appuntamento che rischia di diventare decisivo per la prosecuzione della legislatura. Se così non fosse, molti parlamentari veneti uscenti tenteranno lo sbarco a Venezia. In casa Dem la volontà sarebbe quella di puntare su un manager di fama, così da occhieggiare al mondo produttivo, ma sui nomi c’è il massimo riserbo. Fratelli d’Italia è destinata ad aumentare, e di molto, il 2,6% preso 5 anni fa: tra gli uomini forti in lista dovrebbe esserci quello di Massimo Mariotti. Sarà inoltre interessante osservare nei prossimi mesi il seguito del neonato Partito dei Veneti: riuscirà a sottrarre voti alla Lega? Fare previsioni sulla presenza o meno di Italia Viva, invece, al momento sarebbe un azzardo totale.