Maddalena, la prima donna del vino “La Grisa’’ è stata la capostipite della famiglia proprietaria dell’azienda Sparici Landini

“Fame di conoscenza e di attività imprenditoriale”, per dimostrare le grandiose risorse di un buon terreno. Ecco cosa animò una delle prime donne del vino in Italia, Maddalena, chiamata “La Grisa”, capostipite della famiglia proprietaria di Sparici Landini. Per quarant’anni La Grisa ricercò una sapiente sintesi tra “il meglio della tradizione ed il modernismo saggiamente misurato”. Oggi l’azienda è gestita dalla quarta generazione della famiglia. Francesca Landini, la nipote, gestisce l’ospitalità e gli eventi in Villa dei Cipressi, annessa all’azienda e ci racconta questa storia colma di passione, scelte romantiche e di lavoro a mano.

Il racconto della storia dell’azienda: quando è nata e per iniziativa di chi?
Nel 1963, il nonno Remo, imprenditore di successo nel settore siderurgico, viene in contatto con una famiglia di Austriaci, i Conti Angheben, che gli offrono di comprare la loro tenuta di Caccia a Sona… 30 ettari di bosco, collina con una Villa Veneta, una casa cantoniera, una antica cascina e un Viale di cipressi secolari che divideva il bosco, formando un lungo percorso divenuto negli anni monumento storico nazionale.

E suo nonno cosa rispose?
Se ne innamorò all’istante… cresciuto a Reggio Emilia nel cuore della pianura padana, vide per primo, in quella proprietà, quello che poi sarebbe diventata… la nonna, sua moglie, romana di nascita, con cinque figli e la sua fame di conoscenza e di attività imprenditoriale, iniziò a leggere, studiare ed informarsi sulla coltivazione delle vigne. Disboscò e, alla fine del 1963, piantò le prime barbatelle… diventò una delle prime donne del vino in Italia. La ricordano tutti come “la Grisa”, per i suoi capelli bianchi, il suo carattere da generale e la sua intraprendenza… volava da una parte del mondo ad un altra per promuovere i suoi vini… ancora oggi una delle nostre etichette più vendute, lo spumante, la ricorda: la Grisa Brut e la Grisa Brut Rosè.
Cosa è possibile trovare nei vostri vini?
La storia di una donna che, alternando sacrificio e soddisfazione, studio e progetti, è rimasta nel cuore di chi l’ha conosciuta e nei calici di chi l’ha “bevuta”.

Quali sono gli elementi che vi contraddistinguono?
Credo che ci contraddistingua la storia di una famiglia e del suo territorio. Gli aneddoti, una storia che viene sempre raccontata dal cuore, come il vino che imbottigliamo, che può non incontrare tutti i palati, ma incanta!
Progetti per il futuro? Cosa vi augurate?
Siamo alla quarta generazione. Vendemmiamo ancora diversi campi a mano! Mio figlio a 7 anni non riusciva a caricare le cassette dell’uva sul trattore… allora lo osservava tra i filari, fino a vederlo straripante di grappoli destinati alla pigiatrice… e mio padre, alle 11, interrompeva il lavoro portando pane e salame per tutti! Curiamo i rapporti umani perchè da quelli esca un prodotto speciale.

Mi descriverebbe il vino maggiormente rappresentativo della vostra azienda?
La Grisa, il nostro spumante, forse nella versione Rosè, che “sa” di donna e che, con grande orgoglio, spediamo in grandi numeri anche in Francia.

Stefania Tessari