Pesca magra per il primo bando regionale per il reclutamento di medici di base, pubblicato il 4 aprile sul Bollettino ufficiale della Regione Veneto con scadenza 24 aprile. Il 13 maggio Azienda Zero ha infatti reso note le graduatorie definitive delle selezioni dalle quali risulta che, rispetto ai 354 incarichi vacanti, nel veronese sono state ricevute soltanto 35 domande provenienti da medici di ruolo, diplomati e corsisti.
Cambiano insomma i criteri; la Regione si avvia ad istituire le nuove aggregazioni funzionali territoriali (Aft) finalizzate a raccordare il territorio con le future Case di Comunità; i medici di base diventano “medici di ruolo unico”, ma l’emergenza rimane intatta. Ricordiamo che i “nuovi” medici di ruolo unico sono obbligati ad inserirsi in una nuova forma organizzativa (il cui processo istitutivo in Veneto verrà completato entro settembre 2025) chiamata Aft, aggregazione funzionale territoriale, nell’ambito della quale i camici bianchi sono tenuti garantire l’assistenza dalle ore 8:00 alle ore 20:00 nei giorni feriali. Inoltre, con la riorganizzazione della continuità assistenziale, si punta a coprire anche le notti e i festivi, dal momento che è espressamente previsto che le Aft debbano funzionare h 24 e 7/7 (se appunto sul territorio sono presenti le continuità territoriali).
Il nuovo bando era aperto a tutti: medici titolari di incarico a tempo indeterminato che intendevano trasferirsi; medici iscritti alla graduatoria regionale; diplomati della scuola di specializzazione regionale; corsisti. Ancora una volta sono stati quest’ultimi a rispondere più numerosi: sono infatti 22 i corsisti in graduatoria per l’Ulss 9 Scaligera, di cui 2 del terzo anno, 10 del secondo e altri 10 del primo anno. Tra i diplomati un solo medico ha fatto domanda nel veronese. Sei medici titolari hanno fatto domanda di trasferimento, mentre altre 6 domande sono venute da medici inseriti in graduatoria regionale.
La convocazione in servizio è prevista per il 28 maggio. Sarà da vedere quanti di questi accetteranno l’incarico e prenderanno effettivamente possesso del nuovo ruolo unico di assistenza primaria. Va inoltre sottolineato che il trasferimento di medico titolare di incarico a tempo indeterminato copre un posto ma ne scopre un altro, magari nella medesima provincia. Secondo l’ultima ricognizione ufficiale di Azienda Zero sono 114 gli incarichi vacanti nel Distretto 1, comprendete capoluogo, la Lessinia e i comuni della prima cintura metropolitiana; 66 nel Distretto 2 dell’est veronese; 69 quelli nel Distretto 3 della Pianura veronese; 105 nel Distretto 4, comprendente Ovest Veronese, entroterra gardesano e Lago. Per un totale, appunto, di 354 incarichi vacanti. A cui bisogna aggiungere 6 incarichi da 38 ore settimanali di Emergenza sanitaria territoriale, destinati a rimanere vacanti in quanto il relativo bando, separato rispetto a quello per medico di ruolo unico, è andato deserto.
“Alla luce di questi risultati è necessaria rendere più attrattiva la professione di medico di base ed equiparare la specializzazione di medico di base alle altre specializzazioni universitarie. E’ assolutamente improcrastinabile ripensare complessivamente la figura del medico di medicina generale affiancandola stabilmente ad altre professionalità (infermieri, personale di studio, ecc.) valorizzandone il ruolo anche attraverso la dipendenza nel SSN” dichiara Adriano Filice, segretario generale Spi Cgil Verona.