Mina, Aretha, Elton John: W la musica La “tigre di Cremona” nacque nel ‘40, la “regina del soul” nel ‘42, il big inglese nel 1947 Giorgio Gaber diceva: “Loro sono artisti che passano alla storia, altri soltanto alla cassa”

È il 25 Marzo: in italia nel 1940, in America nel 1942 e Regno Unito nel 1947 nascono tre icone del canto contemporaneo. Tre voci, espressione di un’epoca. Mina è stata il volto della Rai per diversi anni e rimane tutt’ora, anche se lontano dal riflettori da oltre 40 anni, un’icona del panorama musicale italiano. Aretha Franklin, definita Lady Soul e La Regina del Soul, morta nel 2018, vanta ventuno Grammy Award, ovvero il più prestigioso premio in ambito musicale. The Queen of soul ha anche cantato l’inno degli Stati Uniti d’America nella cerimonia di insediamento di Barack Obama, primo presidente Usa di colore, nel 2009.
Infine il maggior esponente del pop e del Rock, Elton John il quale, oltre ad aver avuto un successo planetario ha anche aiutato decine di milioni di persone in tutto il mondo grazie alla sua fondazione, la Elton John AIDS Foundation. Impossibile, inoltre, dimenticare il suo addio a Lady Diana con Candle in the wind, trasmesso in diretta mondiale che ha commosso tutto il mondo. Altrettanto indimenticabili sono la canzone de “Il Re Leone” e di “Rocketman”, brani che gli sono valse il Premio Oscar per la miglior canzone nel 1995 e 2020.
Ma tornando a Mina, si lascia la parola a voci ben più autorevoli di chi scrive. Per esempio, il critico musicale Gianni Borgna scriveva che “Mina ha saputo veramente definire una dimensione di suoni tutti suoi, estranei alla norma, dentro i quali passano recitazione, melodia, grida, note profonde ed acute che escono da ogni definizione di generi”.
Ornella Vanoni, sulla sua scomparsa dalle scene, e sulla sua possibile riapparizione dalla tv, ha detto: “escludo che Mina riappaia, perché sarebbe un errore e lei di errori non ne fa, in questo senso. Mina è un mito perché la possiamo solo immaginare. Non si sa cos’è più. È un ricordo, e questa è la sua forza. Se si presentasse certo, sarebbe un successo pazzesco, la gente si ammazzerebbe per avere un biglietto. Insomma Mina non si deve vedere, sennò non è un mito. E lei lo sa molto bene. I miti o muoiono giovani o spariscono”.
Spostandosi dall’altra parte del mondo, negli States, la Franklin diceva di sé stessa, dimostrando la sua grande e modestia umiltà che “è bello quando ti riempiono di complimenti, quando ti stimano, ma non mi considero una ‘leggenda’. Mi vedo come una mamma, una sorella, una zia” e sull’arte di essere cantanti, invece, pensava che “la musica fa un sacco di cose per le persone. Ti trasporta di sicuro. Può portarti indietro, anni fa, nel momento stesso in cui certe cose sono accadute nella tua vita. È edificante, incoraggiante, rinforzante”.
Citazione questa che fa rimpiangere l’Arena gremita di cittadini provenienti tutto il mondo per farsi trasportare dalla musica dei loro artisti. A proposito dell’Anfiteatro più bello del mondo, un artista che ha cantato ben quattro volte qui a Verona è stato proprio Elton John. Sulla sua musica egli precisa: “non ho mai detto di essere un inventore della musica, voglio essere un esecutore di sensazioni mie, che prendono corpo grazie alla musica che scrivo ed alle parole che ci mette il mio amico Bernie”.
E proprio di questo duo che Carlo Zannetti, scrittore e cantautore italiano, ha dichiarato che “quando due stelle si incontrano e corrono insieme nello spazio, lasciano una bella scia”.
Tre stelle da preservare nella memoria collettiva di tutti e come diceva Giorgio Gaber “ci sono due tipi di artisti: quelli che vogliono passare alla storia e quelli che si accontentano di passare alla cassa”. Ebbene, Mina, Aretha e Elton passeranno certo alla storia.
Christian Gaole