Non serve emulare il padre La prima cosa che il figlio deve fare è affrontare la situazione

La prima cosa che il figlio deve fare è affrontare la situazione senza attendere che il tempo passi o le situazioni precipitino. È importante che si costruisca un temperamento adatto al ruolo che andrà ad assumersi e cerchi di acquisire le competenze necessarie per gestire il potere al vertice. Deve, inoltre, essere consapevole che non servirà imitare o emulare il padre, dal quale, invece, potrà trarre tutti gli insegnamenti e le esperienze possibili, rispettando la propria identità.Il figlio deve, quindi, seguire il proprio temperamento e ringraziare interiormente il padre per l’opportunità che gli permette di avere e per il fatto di essere all’interno di una realtà già costituita in cui lavorare; inoltre, per la possibilità di intraprendere una sfida che porterà vantaggi alla sua autostima e, soprattutto, all’azienda. Questi aspetti solitamente sono vissuti non come reale ringraziamento, ma come “senso di riconoscenza e di obbligo” che influenza la percezione interiore del figlio. IL FIGLIO NON DEVE, PUO’!” Se il figlio anticipa i tempi attraverso una formazione idonea e un processo di crescita interiore, sarà pronto e forte per iniziare la sua sfida, non quella di suo padre.Perché il figlio, in realtà, non pensa di avere libertà di scelta? Questo interrogativo apre un capitolo enorme sulle dinamiche familiari, sui condizionamenti consci ed inconsci, sul ruolo vittima-carnefice, sulle dinamiche dei sensi di colpa, sull’assunzione del ruolo imposto, sull’autostima e sul bisogno di avere il consenso esterno per sentirsi una persona valida e giusta. La continuità di impresa, come abbiamo visto, è un argomento complesso. Oltre alle difficoltà dei figli nel prendere in mano le redini dell’azienda, c’è da considerare anche quelle dei padri nel passare il testimone e nel comprendere che gli insegnamenti che sono stati profusi negli anni e la preparazione che è stata fornita nei confronti dei figli non è sufficiente. Anche il padre deve prendere consapevolezza che il figlio avrà appreso e interiorizzato i principi che gli sono stati insegnati, ma rimane una persona a sé con il suo modo di realizzarsi e di raggiungere i successi in campo lavorativo e personale. Il padre dovrà evitare di cadere in paragoni o di continuare a cercare di imporre il proprio modo di timonare l’azienda, ma dare invece al figlio quella sicurezza necessaria affinchè possa guidare l’impresa con libertà e consapevolezza, seguendo “le sue orme’’ inseguendo soprattutto le proprie ambizioni ed il proprio destino. Cassiopea, in questi termini, si occupa da quasi 30 anni di coaching e formazione, consulenza aziendale ed anche di questa delicata fase di accompagnamento dei componenti dell’azienda nel passaggio generazionale. Cristian Chilese, amministratore delegato di Came, che ha seguito un lungo percorso con Cassiopea, dice: “Tiziana con il suo spirito e la sua esperienza ci ha aiutato in quel delicato momento, attraverso un miglior dialogo in azienda, lo sviluppo di una nuova consapevolezza nel lavorare in team e il raggiungimento di un clima di serenità. Abbiamo portato avanti, grazie a Cassiopea, delle attività cucite su misura per Came e per l’idea che abbiamo della nostra azienda del futuro. Per questo consiglierei Cassiopea a tutte quelle realtà che vogliono investire nella ricchezza più grande: le persone’’.

Tiziana Recchia*
*Fondatrice, titolare e amministratrice di Cassiopea. Da quasi 30 anni e business e life coach, si occupa di formazione e supporta le aziende nei momenti di cambiamento.

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