La mostra, frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Verona e l’Accademia di Belle Arti statale di Verona, è stata inaugurata martedì 8 ottobre 2025. Le opere resteranno visibili per un anno, collocate proprio nel luogo a cui si ispirano: i corridoi con le iconiche finestre arancioni al piano terra e al secondo piano dell’edificio dove ha sede il Dipartimento di Lingue.
Nato per valorizzare il potenziale espressivo dei giovani artisti dell’Accademia, il progetto si inserisce all’interno dell’accordo quadriennale siglato tra le due istituzioni e collegato al progetto di eccellenza Inclusive Humanities del Dipartimento di Lingue e Letterature straniere. Anche in questa edizione, la mostra raccoglie opere che affrontano tematiche contemporanee come inclusione sociale, disabilità, migrazione, sostenibilità ambientale e questione climatica, utilizzando diversi linguaggi visivi, dalla fotografia al video, dall’illustrazione all’installazione.
La novità è la curatela affidata a una studentessa dell’Accademia, Alice Barbieri, iscritta al biennio in Atelier direction – Mediazione culturale dell’arte, che ha coordinato l’intero percorso espositivo. Le opere selezionate sono state realizzate da quattro studentesse ed ex studentesse dell’Accademia, anche loro iscritte al biennio in Atelier direction: Celeste Bombardieri, Federica Cortese, Chiara Salin e Selene Tenca. Come già nella prima edizione, l’obiettivo è di lasciare che sia lo sguardo del pubblico a completare le opere, proprio nel senso di quel “potenziale” evocato dal titolo.
L’esposizione è stata inaugurata alla presenza dell’assessora alle Politiche educative del Comune di Verona, Elisa La Paglia. Hanno partecipato Roberta Facchinetti, direttrice del Dipartimento di Lingue e Letterature straniere, il presidente dell’Accademia di Belle Arti statale di Verona Andrea Falsirollo e il direttore Francesco Ronzon, i docenti referenti del progetto Olboblò Massimo Salgaro (per l’Università), Daniela Rosi e Diego Arich (per l’Accademia di Belle Arti).
«Invitiamo tutta la cittadinanza a visitare la mostra, che sarà visibile per un anno nei corridoi del Palazzo di Lingue», dichiara il professor Salgaro, «Le opere esposte offrono uno sguardo originale e profondo su temi cruciali per la società contemporanea. È un’occasione per riflettere sull’inclusione attraverso il linguaggio universale dell’arte».
A sottolineare il significato anche simbolico della collocazione è Ronzon, direttore dell’Accademia: «Uno degli aspetti più interessanti di questa mostra è proprio la scelta di un luogo di passaggio, il corridoio, che da spazio di transito diventa spazio di pensiero. Vogliamo che l’arte abiti anche questi luoghi e li trasformi, dando senso all’esperienza quotidiana di chi li attraversa».