Continuando il nostro cammino artistico all’interno del periodo dell’avvento e come preparazione al Natale ci imbattiamo in Girolamo dai Libri (Verona, 1474 Verona, 1555). Considerato uno dei maggiori pittori della Scuola veronese del Rinascimento, opero’ tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento. Sicuramente il padre, miniaturista di codici liturgici gli procurò il suo cognome e Girolamo riuscì nelle opere che andava a produrre ad unire quella che era la tradizione della miniatura (meticolosità e cura del dettaglio) con altri due elementi tipici del rinascimento: l’uso del colore e la spazialità. Nella sua pittura fu molto influenzata da Andrea Mantegna, Giovanni Bellini e Alvise Vivarini, ma sviluppò uno stile personale con l’utilizzo di colori brillanti, paesaggi idilliaci e grande attenzione ai paesaggi e alla natura in genere. Tra le sue opere oggi guarderemo la sua Natività coi santi Giovanni Battista e Girolamo la cui provenienza fu la Cappella Maffei, Chiesa di Santa Maria in Organo, Verona. Realizzato con la tecnica della pittura a olio su tela. La presenza dei due santi crea un dialogo teologico: il Battista annuncia Cristo fin dalla nascita; Girolamo, traduttore della Bibbia, radica l’evento salvifico nel fondamento delle Scritture. L’opera si mostra come una composizione equilibrata e dolce, con linee armoniose, colori caldi e soffusi, tipici della scuola veronese del periodo, attenzione ai dettagli naturalistici, come il paesaggio sullo sfondo. C’è’ un senso di pacata sacralità che valorizza il tema della rivelazione divina nella quotidianità. La Natività è qui letta come un ponte fra Antico e Nuovo Testamento: Giovanni Battista collega la profezia al compimento; Girolamo simboleggia la parola scritta che custodisce il mistero cristiano. L’opera invita alla contemplazione silenziosa e alla meditazione sull’umiltà dell’incarnazione. La realizzazione indicativa fu 1510-1520. La pala raffigura la Natività di Cristo ambientata in un paesaggio tipico di Girolamo, sereno e luminoso, facendoci riconoscere in lui il maestro della scuola veronese rinascimentale e miniaturista di straordinaria finezza. La scena sacra dipinta è accompagnata da due figure particolarmente significative per la committenza che fu la famiglia Maffei: San Giovanni Battista, patrono di Verona, riconoscibile dal cartiglio ”Ecce Agnus Dei” e dalla pelle di cammello. Girolamo collega con la sua presenza la nascita di Cristo alla futura missione del Messia. La figura di San Girolamo, conosciuto come il traduttore della Vulgata e spesso ritratto da Girolamo dai Libri, veste da penitente col crocifisso in mano, rimandando al tema della meditazione sulla Parola. Nel caso di Girolamo, come di altri artisti, il racconto della Natività’ attraverso alcuni elementi o personaggi, diventa il pretesto per raccontare in breve un po’ tutta la storia della salvezza da Cristo in poi. La finezza tipica delle miniature presente sempre nelle sue opere gli proviene da una famiglia di miniatori in cui è nato e cresciuto, dove si nota cura meticolosa dei dettagli, degli abiti, dei volti e del paesaggio. L’impianto, come già accennato, è sereno e armonico: la sacra conversazione è costruita come un dialogo silenzioso, privo di tensione drammatica. La pala fu commissionata come già detto dai Maffei, famiglia di grande rilievo a Verona, e aveva una funzione devozionale privata all’interno della loro cappella in Santa Maria in Organo. L’inserimento dei due santi richiama dentro l’opera l’identità veronese (San Giovanni Battista) e la cultura umanistica e teologica della famiglia (San Girolamo).



