Dal caffè alle palestre, sono almeno due i nodi più urgenti per il presidente della provincia Flavio Massimo Pasini. Il primo. Ed è un caffè lungo quello per il Caffè Dante in piazza dei Signori: dopo l’aggiudicazione della gara nel giugno scorso da parte della società Mezzaparte, le verifiche tecniche e burocratiche della provincia, proprietaria dell’immobile, sono ancora in pieno svolgimento. ma si vede il traguardo. Da quanto risulta alla Cronaca di Verona, gli uffici tecnici la settimana scorsa hanno raccolto gli ultimi documenti necessari alla stipula per il Caffè Dante, stipula che si conta di chiudere questa settimana. Ricordiamo che la precedente gestione era terminata nel dicembre 2024 e la Provincia prevedeva di riuscire a riaprire lo storico locale entro l’estate. Siamo in autunno, forse si riuscirà ad aprire prima dell’inverno. Gli uffici tecnici della Provincia comunicano inoltre che sono state, invece, consegnate le chiavi del centro Sportivo San Floriano, dove i gestori prevedono di iniziare alcune attività già a breve Ma la macchina burocratica sta lasciando tantissimi atleti e sportivi veronesi fuori dalle palestre per cavilli legati alle autorizzazioni antincendio richieste per la presenza degli spettatori. E siccome le palestre sono degli istituti scolastici superiori che fanno capo alla Provincia, ecco che 54 impianti sportivi non sono utilizzabili al di fuori degli orari di scuola. In poche parole, non c’è l’agibilità per le attività extrascolastiche per mancanza di presidi antincendio e sono decine le società sportive rimaste a piedi. Una gatta da pelare con la quale ora devono fare i conti i Comuni.
Così si pensa a una nuova convenzione
“Qualche settimana fa ci hanno comunicato da Palazzo Barbieri che 54 palestre di Verona e provincia non potranno momentaneamente essere utilizzate in attesa di avere un permesso che, secondo la Provincia, solo i vigili del fuoco possono rilasciare – ha spiegato Mattia Girardi, allenatore di basket e consigliere della polisportiva Csi Asci -. Il divieto riguarda gli spettatori che entrano in palestra per assistere agli allenamenti (genitori, tifosi ecc). Invece di sospendere temporaneamente l’accesso per gli accompagnatori e capire come risolvere la questione, si è deciso di chiudere a tutti”. Le scuole interessate riguardano i Comuni di Verona, Bardolino, Garda, Bussolengo, Cologna Veneta, Isola della Scala, Legnago, San Bonifacio, San Pietro in Cariano, Villafranca e Buttapietra. La Provincia prende tempo per venire a capo di questa intricata vicenda ma soprattutto anticipa che ci sarà una nuova convenzione e questa prevederà che saranno i Comuni e non più l’Amministrazione provinciale a regolare la gestione delle palestre scolastiche nelle ore extra. La provincia in sostanza sottolinea che secondo la normativa del 2011 un conto è quando la palestre è in uso alla scuola, un conto è quando se ne fa un uso diverso in orario extrascolastico per le associazioni sportive. In questo caso la palestra diventa impianto sportivo aperto al pubblico “e quindi -dicono gli uffici tecnici della Provincia- dovrebbe possedere alcune caratteristiche differenti per ottenere i certificati che permettono di utilizzarla. Le palestre degli istituti secondari di secondo grado sono state pensate e realizzate per le scuole. Da questa loro strutturazione, in seguito a una recente verifica da parte dei soggetti deputati al rilascio delle certificazioni, è emerso questo problema che oggi impedisce di continuare a fruirle fuori da quelle attività di competenza degli istituti e della Provincia, che ha la delega per strutture scolastiche ma non più quella per lo sport in senso generale dopo la riforma del 2014”. Ma è in arrivo una nuova convenzione: “E’ stata appena deliberata la convenzione quadro (la precedente era scaduta ndr) e presto sarà inviata ai Comuni per la firma. Sono poi infatti i Comuni, attraverso specifiche procedure, a individuare e a programmare l’uso delle palestre da parte di associazioni e società. In questa ultima convenzione la Provincia ha mantenuto inalterate le tariffe orarie per le amministrazioni locali, nonostante l’aumento dei costi”. D’accordo, però il problema rimane. “L’ostacolo alla base resta sempre l’agibilità in orario extrascolastico. Ci stiamo confrontando con i soggetti competenti, auspicando di trovare presto una soluzione definitiva o, per lo meno, transitoria per il maggior numero di strutture, considerando che le palestre nelle superiori sono ben 46. È una situazione non facile ed è la medesima che devono affrontare buona parte dei Comuni e delle Province d’Italia che hanno le palestre nelle scuole, pensate per le scuole”. Una soluzione che, transitoria o definitiva che sia, è più che urgente perché tante squadre iniziano i loro campionati e la mancata disponibilità delle palestre può compromettere la stagione sportiva. MB