Passalacqua e il conto in sospeso Quello che doveva essere un vero parco resta un’opera incompiuta dove tutto è transennato come fosse un cantiere permanente. Così l’urbanizzazione è ben lungi dall’essere completata. L’impresa dovrà restituire 5 milioni alla Regione

Gentile Direttore, sono un residente di Veronetta. Le scrivo per segnalare la situazione del parco della Passalacqua di cui La Cronaca di Verona si è occupata varie volte. Voglio confermare che è un’opera incompiuta ma soprattutto non si capisce perché sia ancora tutto fermo e transennato come se ci fosse un cantiere permanente. La promessa di un vero parco è stata per molti acquirenti il vero motivo per l’acquisto di un appartamento in questi nuovi condomini. Però l’urbanizzazione è lontana dall’essere completata. Viviamo in un perenne cantiere. Perché? E’ mai possibile che il Comune non intervenga? Finora abbiamo avuto solo sopralluoghi (nel 2023) e promesse. Un po’ come per l’ex Arsenale e il parco delle mura o parco Raggio di Sole: tante parole, ma qual è il piano del Comune per le aree verdi e i parchi della città? Un residente di Veronetta

E’ come 10 campi da calcio ma rimane inutilizzabile

Caro lettore, la sua lettera ci consente di tornare su un tema molto caro alla Cronaca che negli ultimi due anni ha spesso denunciato la scandalosa situazione di quello che doveva essere un fiore all’occhiello di Veronetta e uno dei parchi più importanti della città. Già l’ex sindaco Michela Sironi aveva dichiarato alla Cronaca di Verona che si era trattato di una promessa mancata, di una promessa tradita perché le amministrazioni comunali successive alla sua avevano dato l’ok per l’edificazione di condomini in fregio al parco della Passalacqua, parco che doveva diventare un campus universitario. Ma le esigenze degli studenti sono andate nel cestino di fronte agli interessi edilizi. Stiamo parlando di un’area lunga quasi un chilometro, dall’Adige fino a Porta Vescovo, oggi sistemata solo in parte con il Bastione delle Maddalene che arriva sul retro della Santa Marta. Il resto, fino al Polo Zanotto, è ancora recintato con le transenne da cantiere. Chissà mai quando sarà finito questo parco che vale 260 mila metri quadrati, vale a dire che è grande come decine di campi da calcio. Ma è inutilizzabile. Provate a passare a piedi in quella zona se ci riuscite. Nella nostra inchiesta di gennaio e febbraio scorsi all’interno dei quartieri della città abbiamo sollevato più volte il problema del Parco (o ex Parco ormai) della Passalacqua perché raramente si è vista in città una così clamorosa promessa mancata. Un vero e proprio tradimento dopo tante promesse. Il paradosso è che lo stesso Comune nel documento preliminare del Pat che contiene una indagine nei quartieri sottolinea lo scandalo della Passalacqua: si legge testualmente “Il Parco della Passalacqua è tema forte, ci sono voluti anni per la realizzazione del parco che ancora non è concluso, e gli accordi con l’azienda costruttrice non sono chiari -si legge appunto nel Pat del Comune-. In teoria, al momento dell’acquisto della casa il parco avrebbe dovuto essere già terminato e aperto, sono passati quasi 10 anni e ancora non si hanno notizie (mancanza di comunicazione su tempi, usi, gestione etc)”.

Per ora ai veronesi restano i cocci. Il Comune come intende agire nei confronti dell’impresa per arrivare a una conclusione?

Ma perché neppure il Comune sa venir fuori da quest’impasse? Il timore è che le vicende giudiziarie e i contenziosi che hanno riguardato l’impresa costruttrice Sarmar del noto Leardini (il grande accusatore dell’ex vicesindaco Vito Giacino) possano ancora ritardare la conclusione di questo progetto Passalacqua. Infatti ricordiamo che alla fine dello scorso anno il Consiglio di Stato ha chiuso con una sentenza clamorosa, dopo anni di battaglie legali, una vicenda molto complessa: la Sarmar, ossia l’impresa di Alessandro Leardini aveva realizzato numerosi appartamenti, nell’ambito del programma di risanamento che avrebbe dovuto cambiare radicalmente il volto di Veronetta. Per questo progetto che prevedeva anche edilizia agevolata l’impresa ottenne dalla Regione 5 milioni. Il Consiglio di Stato con decisione definitiva (e ribaltando una precedente sentenza del Tar) ha stabilito che l’impresa dovrà restituire alla Regione i 5 milioni di euro che aveva ottenuto. Il finanziamento era stato infatti erogato da Venezia affinché 24 di quegli alloggi venissero affittati a prezzo «sostenibile», ossia alla portata anche di cittadini che non potevano permettersi locazioni sul libero mercato. Ed era stato preparato e firmato un apposito accordo di programma. Peccato però che poi l’impresa quei 24 alloggi li ha venduti a una cooperativa e quindi non sarebbero stati affittati in modo sostenibile o agevolato. Anzi, i soci della cooperativa avrebbero dovuto pagare 200 mila euro per ottenere l’assegnazione dell’alloggio. A quel punto la Regione bloccava il finanziamento pubblico. La Sarmar faceva ricorso vincendo al Tar ma perdendo poi in secondo grado di giudizio. La possibilità di affittare a chi aveva bassi redditi infatti era sparita. E siccome, spiega il Consiglio di Stato, «lo scopo della sovvenzione era quello di consentire, a chi non poteva permettersi di corrispondere i canoni di mercato, di trovare una casa in affitto a canoni più bassi», il finanziamento di 5 milioni va restituito. Così come aveva segnalato l’attuale assessore Michele Bertucco che già anni fa aveva denunciato che l’impresa (o l’associazione tra più imprese) “aveva venduto in blocco, senza l’autorizzazione della Regione, l’intero fabbricato alla Cooperativa Santa Marta la quale avrebbe assegnato gli alloggi ai propri soci senza verificare il rispetto dei requisiti per l’accesso alle forme di residenzialità agevolate”. II risultato di tutto questo, se è vero che giustizia è stata fatta, è che ai veronesi restano i cocci di tutta questa vicenda, ovvero un Parco della Passalacqua incompiuto. E non si sa come ora reagirà la Sarmar di fronte a questa condanna che la costringe a restituire 5 milioni (4,5 più gli interessi legali). Finirà i lavori? Completerà il progetto? Cercherà di rifarsi in qualche modo? Allo stato attuale, se provate a farci un giro a piedi, è una grande area di cantiere, altro che parco. Il Comune come intende agire nei confronti dell’impresa per arrivare a una conclusione positiva di questo scandalo? Se i tempi saranno quelli cui stiamo assistendo per l’Arsenale e per il Raggio di Sole o il parco delle mura… MB