Per il Pronto soccorso non ci sono fondi Quindi niente videocamere di sorveglianza e neppure il servizio di vigilanza privata

Ieri mattina, intorno alle ore 6, presso il Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona – sede di Borgo Trento – si è verificato l’ennesimo episodio che mette a nudo le gravi falle nella sicurezza dei nostri presìdi sanitari.
Una persona, già nota per comportamenti pericolosi e instabili, è stata vista fare uso di crack proprio davanti all’ingresso del Pronto Soccorso.
Si tratta dello stesso individuo che una decina di giorni fa, durante un elettrocardiogramma, ha improvvisamente dato in escandescenza, uscendo dalla sala con gli elettrodi ancora addosso e salendo sulla pensilina dell’ingresso – a circa due metri di altezza – minacciando di togliersi la vita. Solo il tempestivo intervento delle forze dell’ordine aveva evitato il peggio.
Da oltre due settimane quest’uomo si aggira liberamente all’interno dell’ospedale, creando un contesto di forte disagio e allarme per lavoratori e pazienti. Il personale sanitario opera già in condizioni difficili e non può essere lasciato da solo a fronteggiare situazioni di questo tipo.
“A peggiorare ulteriormente il quadro – fa notare Stefano Gottardi, segretario generale UIL FPL Verona – l’Azienda Ospedaliera ha comunicato che non sarà possibile installare le videocamere di sorveglianza, nonostante l’accordo raggiunto nei mesi scorsi, a causa della mancanza di risorse economiche. È una decisione inaccettabile: non ci sono fondi per la sicurezza, ma chi lavora in prima linea continua ad assumersi ogni responsabilità. Crediamo che i percorsi di autodifesa possano aiutare, ma non possono essere la soluzione – aggiunge Gottardi – gli operatori sanitari hanno carichi di lavoro insostenibili e il loro compito è salvare vite, non difendersi da aggressioni o da minacce continue. Il pronto soccorso è un luogo sacro, da proteggere con ogni mezzo. Non possiamo accettare che diventi un’area grigia, in balìa dell’incuria e dell’indifferenza istituzionale. Serve un segnale forte, servono risposte vere”.
La situazione notturna è ancora più grave: la Polizia di Stato non è presente nelle ore serali e notturne, e il servizio di vigilanza privata non è stato attivato perché ritenuto troppo oneroso dalla Regione Veneto.
“A questo punto – conclude Gottardi – ci chiediamo: perché non valutare anche l’impiego dell’Esercito come deterrente, come già avviene nei punti sensibili della città? Se si presidiano stazioni e tribunali, perché non anche i pronto soccorso, dove si lotta ogni giorno per la vita delle persone?
Non possiamo continuare a trattare la sanità come un settore di serie B. Se non difendiamo i nostri presìdi, rischiamo di renderli invivibili per i professionisti e inaccessibili per i cittadini.”
UIL FPL Verona chiede interventi immediati, strutturali e non più rimandabili. Le promesse non bastano: servono fatti, perché la sicurezza non è un lusso, è un diritto.