“Perbacco”, ma qua se magna da dio “Metto nel menù quel che me piase a mi. Trattorie della tradizione ce ne sono già troppe”

“Alla gestione de tutto ghe son mi, non si vede dalla faccia provata?”. Si nasconde dietro un velo di
stanchezza, con l’orgoglio però di aver animato e portato avanti la sua creazione, da oltre 30 anni.
“O muori di noia, o di fatica come oggi, non bisogna né esaltarsi né deprimersi. Lè così”.
A parlare Massimo Rossi, titolare dal 1988 dell’Osteria Perbacco, nella rinata zona di Veronetta, a due passi dallo splendido Giardino Giusti. Si fa quasi fatica a notarlo dalla strada, ma una volta entrati vi si apre un locale che accoglie con garbo e rilassatezza, traghettandovi in un pasto confortevole.
E se avete la scaltrezza di prenotare, verrete ripagati da una terrazza estiva che ricorda tanto quella del giardino sotto casa. Per l’occasione abbiamo assaggiato solo portate vegetariane, anche se non si disdegna la carne: antipastino di polenta con gorgonzola e noci, un primo piatto molto particolare e caffè fatto con la moka.
Come nasce questo primo piatto?
E’ un’idea dalla cuoca, sono delle linguine con i mirtilli blu, quelli acidi, e formaggio grana. Mi sa
che siamo gli unici a farli a Verona.
Un menù che non guarda solo alla tradizione, quindi?
Disemo che metto en menù, quel che piase a mi (ride). Continuiamo a ruotare in realtà, anche perché ristoranti della tradizione ghe né fin massa. A ruota poi propongo l’agnello, ma anche le seppie, patate e cozze: ultimamente però faccio fatica a trovare fornitori di pesce.
La storia dell’osteria invece come parte?
Cercavo un locale, i signori che c’erano qui prima a mangiare abitavano qui sopra, e mi hanno indicato questo posto. Era chiuso da anni e inizialmente l’abbiamaperto come circolo Arci, poi a inizi ’90 ho dovuto comprarmi la licenza e siamo diventati “normali”.
Tutte queste cose appese alle pareti, sono opere sue?
Quelli sono degli stampi per fare il pane e la pizza, e questi dei soprammobili di orine marocchina. Tutte cose trovate negli anni qua in fondo alla via, dove una volta c’era un meraviglioso “ferrovecchio” e con 1000 lire facevi affari. Il primo ricordo che le viene in mente?
Tantissimi, ma il più epico sicuramente quando, tanti anni fa, ghemo dato fogo alle foie: le avevamo raccolte in terrazza, solo che il fuoco ha preso un po’ troppo piede e son arrivati 3 camion dei pompieri per spegnere l’incendio. Indimenticabile… (risate).

La ricetta top: “Ah, le linguine con i mirtilli…”

Le linguine dove le prende?
Noi usiamo De Cecco, Rummo o Garofalo, le linguine come tipo di pasta ci stanno meglio perchè
scivolano via.
Come si preparano?
In maniera molto semplice e veloce: fai sciogliere i mirtilli, che in 1 minuti son pronti, con un filo di panna e po’ di acqua di cottura. E poi scaglie di grana sopra.
Vino da abbinarci?
D’estate il bianco, noi abbiamo il Soave, e d’inverno il rosso, Valpolicella.
Prezzi?
Antipasti tra gli 8-10€, primi 9€, contorni 4€, secondi tra gli 8-12€ e dolci 4€.

ErreEffe