“Perchè i dipendenti pubblici domani incrociano le braccia” “Hanno dato moltissimo, senza tutela: per questo scioperano”

Come UIL FPL tuteliamo i lavoratori sia del lavoro pubblico e sia del privato, considerandoli allo stesso modo.
Un nostro compito fondamentale è la tutela della dignità dei lavoratori, in questo caso dei dipendenti pubblici, oggi siamo a difenderli dal clima ostile che ha generato la proclamazione dello sciopero indetto con CISL e CGIL per domani
9 dicembre.
Spieghiamo perché lo dobbiamo fare, informando comunque che le prestazioni di rilevante interesse pubblico saranno garantite, perché ci sarà chi manifesterà l’adesione allo sciopero lavorando.
Il precedente rinnovo del Contratto nazionale è avvenuto nel 2018, dopo 9 anni di lotte, con un aumento di soli 85 euro. 3 milioni di persone con famiglie e figli che percepiscono poco più che 1.200 euro al mese.
In questi mesi hanno scioperato i lavoratori di tutte le categorie del settore privato e nessuno ha fiatato. Non si capisce perché questo diritto dovrebbe venir negato ai dipendenti pubblici.
Ormai è insostenibile la carenza di personale, non solo nella sanità che è alle prese con questa terribile pandemia, ma
anche negli altri settori. Decenni di riduzioni del personale hanno messo in ginocchio la capacità di erogare servizi. La demagogica “razionalizzazione del personale” o i “tagli della spesa pubblica” hanno fatto scadere la qualità dei servizi erogati, mentre con le nuove tecnologie e l’innovazione del mondo del lavoro avremmo dovuto ottenere un miglioramento sostanziale dei servizi al cittadino.
Migliorare il servizio pubblico rendendolo più moderno e attuale significa migliorare la qualità della vita per il cittadino, ridurre gli sprechi di energie e risorse economiche per le aziende, un volano per l’economia.
Solo la pandemia ha fatto vacillare la politica della riduzione sistematica del personale pubblico, ma per come rilanciare questo prezioso settore manca un progetto e la capacità di ascoltare chi opera nel mondo del lavoro, a fianco dei lavoratori, il sindacato.
Infine, è sotto gli occhi di tutti l’enorme tributo che hanno pagato sul fronte dei contagi e delle vittime al COVID, enorme nella sanità con la morte di oltre 200 medici e 50 infermieri, nelle case di riposo, tra gli insegnanti, tra le forze dell’ordine, tra gli impiegati degli uffici territoriali. Se la macchina pubblica ha retto l’urto della prima ondata di questa pandemia lo dobbiamo proprio ai dipendenti pubblici che hanno continuato a farne funzionare gli ingranaggi. Oggi non ce la fanno più, ecco perché scioperano.
Stefano Gottardi
segretario UIL FPL