Perchè il virus “ignora” i pipistrelli ? Lo hanno portato loro, ma ne sono del tutto immuni… Il piccolo mammifero porta molte malattie, ma non si ammala: scienziati al lavoro

Studiare la super immunità dei pipistrelli ai virus, coronavirus compresi, per risolvere il problema della pandemia in corso e di quelle future. Gli scienziati di tutto il mondo sono al lavoro per capire il segreto di questo piccolo mammifero, serbatoio di innumerevoli agenti patogeni, eppure incapace di ammalarsi.

L’utilità sociale dei pipistrelli è innegabile: liberano le piante dai parassiti, contribuiscono a disperdere i semi sui terreni fertilizzandoli e si cibano di insetti potenzialmente nocivi per l’uomo, fra cui le zanzare. Il problema è che, essendo portatori di virus, questi animaletti devono essere lasciati in pace nel loro habitat naturale. In caso contrario il rischio, come ha scritto La Lettura, c’è da fare i conti con il cosiddetto “salto di specie”.

L’ultimo esempio di zoonosi proveniente dai pipistrelli è il Sars-CoV-2. Questo coronavirus, utilizzando un ospite intermedio, cioè un altro animale, ha lasciato il proprio serbatoio e aggredito gli esseri umani. Il risultato è una pandemia che ha infettato quasi 4 milioni di persone in tutto il mondo, uccidendo tra il 7% e il 10% degli infetti.

I virus e i pipistrelli
Negli anni passati ci sono stati almeno tre coronavirus arrivati all’uomo dai pipistrelli. A cavallo tra il 2002 e il 2003 c’è stata la piaga provocata dalla Sars (Sars-CoV-1), mentre nel 2012 la Mers. In quest’ultimo caso l’ospite intermedio era il cammello, mentre con il Sars-CoV-2 gli indiziati principali sono il pangolino e gli zibetti (tirati in mezzo anche con la Sars).

Esistono più o meno 14 mila differenti specie di pipistrelli, ognuna delle quali dotata di caratteristiche proprie. Certo è che tutte hanno un aspetto in comune: l’immunità totale ai virus che trasportano. Già, perché esistono moltissimi coronavirus che, da millenni, convivono con i pipistrelli senza creare problemi ai loro serbatoi. Qual è il rapporto tra i pipistrelli e i loro virus? È questa la domanda alla quale i ricercatori non riescono a dare risposta. I tre coronavirus citati (Sars-CoV-1, Mers e Sars-CoV-2) hanno provocato malattie serie nell’uomo ma, per qualche strano motivo, non hanno scalfito di una virgola le “volpi volanti”.

Perché avviene il salto di specie ?
Una ricerca pubblicata su Scientific Reports ha dimostrato come alcuni coronavirus, tra cui quello della Mers, siano in grado di adattarsi meravigliosamente all’organismo dei pipistrelli. Il virus si moltiplica nelle cellule dell’animale senza tuttavia ucciderle.
Non solo: l’agente patogeno stabilisce una relazione positiva con l’ospite, al punto da renderlo immune. Detto altrimenti: è quasi come se i pipistrelli avessero un sistema super immune proprio grazie ai virus che portano con sé.
Basta però pochissimo per rompere l’equilibrio tra virus e volpi volanti.
Quando questi mammiferi vengono ammassati nelle gabbie dei wet market o cambiano habitat, il loro sistema immune entra in una situazione di stress. A quel punto il virus non si sente più a suo agio all’interno dei pipistrelli e “fugge”, cercando letteralmente riparto in qualche altra bestiola. È così che sono avvenuti gli ultimi salti di specie.