Pfas, nuove fonti di inquinamento. La protesta per la difficile situazione dei Comuni dell’area rossa Le associazioni hanno inviato una lettera a Zaia e al ministro dell’Ambiente

Le associazioni: Legambiente, Greenpeace, Mamme No Pfas, Medicina Democratica, ISDE (associazione medici per l’ambiente), Acqua bene Comune Verona, Monastero del Bene Comune, Movimento Blu, hanno manifestato per chiedere la bonifica fin da subito del sito Miteni inquinato, che tanti problemi ha creato anche nei Comuni dell’area rossa del Basso Veronese. Sono stati quattro i presidi organizzati: davanti alla Miteni, al municipio di Trissino, a Venezia presso la sede della Regione Veneto e a Roma davanti alla sede del Ministero dell’Ambiente. Le associazioni a firma congiunta hanno inviato una lettera al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, al sindaco di Trissino Davide Faccio e alle aziende coinvolte. A preoccupare ulteriormente è la scoperta di nuove situazioni di inquinamento ancora in corso, rilevate nel sito Miteni dai tecnici di Arpav a fine gennaio in occasione dei sopralluoghi giudiziari a verifica delle operazioni di smantellamento degli impianti. Così mentre le società coinvolte si rimpallano le responsabilità in attesa di giudizio, la situazione attuale rischia addirittura di aggravarsi: «Per questo- si legge in una nota- a fronte di questa drammatica condizione ci rivolgiamo a Regione Veneto ed al Ministero all’Ambiente chiedendo di rispondere con coraggio e coerenza, a partire da un rinnovato protagonismo nel dibattimento processuale che aiuti a produrre l’avvio delle procedure di bonifica urgente del sito inquinato. Ma non solo, chiediamo anche di riprendere e portare a termine alcuni importanti provvedimenti e di sviluppare quadri strategici e normativi che prevedano un “exit strategy” dall’uso e consumo e trattamento dei Pfas residui, anche attraverso la predisposizione di incentivi adatti a ridurre l’attuale inquinamento attraverso l’utilizzo di pratiche di bilancio verde e di imposte ambientali per le aziende che, come sugerisce l’Europa, sono più difficili da evadere rispetto alle imposte sul reddito delle società o delle persone fisiche».