Pfas: ora Azienda Zero deve scavare Dovrà coordinare con l’Istituto Superiore di Sanità ulteriori approfondimenti epidemiologici

Brutte notizie sul fronte dell’inchiesta per i danni da Pfas che hanno interessato anche numerosi Comuni veronesi della zona rossa. Il Tribunale di Vicenza, dove è in corso il processo, ha disposto l’archiviazione dell’indagine preliminare sulla concentrazione di Pfas nel sangue di lavoratori e lavoratrici della ex Miteni.
“Un gesto di grave mancanza di considerazione – hanno detto Elena Mazzoni, responsabile nazionale ambiente PRC-Sinistra Europea e Roberto Fogagnoli, segretario provinciale Rifondazione Comunista Vicenza – verso chi, oltre ad aver perso il lavoro, si trova la propria salute compromessa dalle sostanze perfluoroalchiliche la cui nocività è ormai innegabile. L’archiviazione delle indagini significa impedire l’accertamento dei fatti e delle responsabilità su quanto accaduto in quella realtà lavorativa dove il personale è stato quotidianamente esposto al rischio in mezzo a false rassicurazioni”.
Sul fronte istituzionale c’è da registrare invece l’intervento dell’assessore Regionale alla Sanità Manuela Lanzarin che a Palazzo Ferro Fini ha risposto con un’ampia relazione a un’interrogazione rivolta alla Giunta veneta in materia di inquinamento da Pfas.
“Pur nell’ambito di una sacrosanta dialettica che si è dipanata in questo periodo – dice la Lanzarin – ringrazio il Consiglio per l’attenzione rivolta a questo problema di salute pubblica e per l’approccio a un tema così delicato. Come Regione abbiamo attivato una complessa serie di indagini epidemiologiche per valutare l’impatto delle ‘esposizione sulla salute della popolazione, attraverso la valutazione dell’esposizione e dei suoi determinanti, l’analisi del profilo di salute della popolazione esposta e l’approfondimento sull’associazione tra esposizione ed esiti di salute. Il tutto sempre nella massima trasparenza, pubblicando i risultati sul sito della Regione e in pubblicazioni scientifiche”.
L’assessora non ha dimenticato di sottolineare che la sfida deve continuare “perché purtroppo, in Veneto come altrove in Italia, non è ancora del tutto vinta”.
“Ora – aggiunge – l’Istituto Superiore di Sanità ha sottolineato l’utilità di programmare ulteriori indagini per ampliare le conoscenze a livello locale e internazionale “a fronte di nuove conoscenze scientifiche e di nuove molecole della stessa famiglia”, con l’evidente intento di aggiornare le analisi parallelamente al continuo evolversi delle conoscenze scientifiche. Proprio per questo motivo la Regione ha incaricato Azienda Zero, che ha al suo interno le strutture competenti in ambito epidemiologico, di coordinare con l’istituto gli ulteriori approfondimenti. E’questo – conclude la Lanzarin – l’orizzonte al quale guardiamo, con la massima concretezza e decisione, senza tentennamenti o incertezze e senza lesinare, qualora risultasse necessario, l’utilizzo di risorse economiche”.