“Picco atteso per metà novembre”. Preoccupazione per il nuovo DPCM. Basta scelte facili e scaricabarili! Zaia: “Oggi non ci sono presupposti per il lockdown stile marzo. Siamo contrari soprattutto alle restrizioni a danno delle attività produttive”. Intanto in Veneto 1.125 persone in meno in isolamento

Questione di ore. Al massimo di un giorno. Poi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte emanerà il nuovo dpcm. Tra i temi centrali ulteriori restrizioni alle attività lavorative (in discussione la chiusura totale di bar e ristoranti), la mobilità tra re­gioni e la scuola. Nella notte c’è stato un serrato confronto tra i governatori e l’esecutivo. Per il momento nulla di fatto. Le parti sono rimaste sulle proprie posizioni. Luca Za­ia, nel corso della conferenza stampa quotidiana, è stato chiaro: “In questo mo­men­to non ci sono assolutamente le condizioni per un nuovo lockdown stile marzo”. “Siamo pronti ad applicare le restrizioni che verranno decise a livello centrale, ma non per le attività produttive. Co­munque, fino a questo mo­men­to, ci sono state proposte minimali, non si è parlato di protocolli da adottare”. E an­cora, Zaia: “Mi sembra di capire che a Roma a­spettano la di­scussione in parlamento, poi prima di notte ci sarà una nuova convocazione di Co­muni, Province e Regioni, do­podiché cercheremo di ca­pire quale sarà la proposta del go­verno”. Il governatore ha af­fermato che il modello ma­­te­ma­tico della Regione se­gnala il picco della seconda ondata a metà novembre, do­podiché dovrebbe cominciare la discesa dei contagi. “Più ci avvicineremo alla data”, ha te­nuto a precisare, “e più la previsione sarà attendibile. Al mo­men­to il modello ci dice questo. Vedrmo quale sarà la si­tua­­zione tra un paio di settimane. Dobbiamo iniziare a ra­gionare sul fatto che tutte queste pandemie hanno un esordio, una fase di crescita, il picco e poi la fase di decrescita. La storia ci insegna che la se­conda ondata dura 80-90 giorni, pensiamo all’Influenza Spa­­­­gnola”. Zaia è poi tornato sulla discussione in corso col governo. “La riunione di oggi è stata molto interlocutoria. Il governo ci ha abituato ai dpcm, alla luce di tutto questo, le misure che vanno oltre i con­­fini regionali devono essere prese a livello nazionale. Ad esempio sulle scuole, le Re­gio­ni hanno chiesto che, qualora ci fosse un provvedimento di chiusura delle scuole, il congedo parentale sia portato al 100% e che sia riconosciuto un bonus baby sitter”. Capitolo coprifuoco. “Non c’è stata una proposta sugli orari. Sicuramente hanno parlato di blocco, ma nessuno ha parlato di orari. Le 21? Lo sento da voi. Le Regioni si aspettano che, se ci sono proposte tipo questa, vengano formalizzate. E per ora non sono arrivate”. Intanto il segretario provinciale dei medici di base di Paddova, Domenico Crisarà, ha commentato l’ordinanza re­gio­nale che rende obbligatorio per i medici di base l’esecuzione di tamponi, con sanzioni a chi non aderisce. “I medici non possono essere trattati come renitenti alla le­va. Pur esprimendo stima nei confronti di Zaia per “la sua completa dedizione a portare fuori da questa tempesta sanitaria ed economica la regione”, Crisarà ha ricordato che su base volontaria “circa 700 colleghi hanno eseguito in circa due settimane più di 2.000 tamponi”. Zaia ha tenuto a precisare che non v’è alcuno scontro e che finora la collaborazione tra le parti è stata proficua.