Pieve di San Floriano. Il viaggio tra le meraviglie della nostra città

C’è una zona, in provincia di Verona, dove sono numerose le Pievi di epoca romanica. Nella valle di Marano, nel cuore della Valpolicella, una di queste chiese è la Pieve di San Floriano, considerata tra le più belle chiese romaniche di tutto il Veronese, costruita in una zona dove si pensa che anticamente ci fosse un cimitero pagano. La chiesa attuale è quella costruita nel sec. XII, anche se alcuni documenti già nel 905 menzionano in questa zona una pieve. Importanti lavori di restauro furono eseguiti nel 1434. L’interno della chiesa fu trasformata in più riprese fino al 1743, svisando via via all’interno radicalmente il suo carattere romanico, anche scalpellando o sostituendo gli originali capitelli delle colonne. Solo restauri avvenuti negli ultimi cento anni, necessari per ridare solidità alla chiesa quasi fatiscente , hanno riportato alla luce le caratteristiche originarie del periodo romanico. All’esterno, la pieve presenta una facciata realizzata interamente in tufo e ancora quasi del tutto integra; solo l’occhio centrale e le due finestre laterali sono stati aggiunti in un periodo successivo. Tripartita da due lesene triangolari che denunciano l’interna divisione in tre navate, mostra sia del corpo centrale sia dei due laterali, un fregio di denti di sega sostenuto da archetti rampanti e concluso da una cornicetta aggettante. AI centro della facciata è poi il bel portale con gli stipiti e l’architrave in marmo rosa, difeso da un protiro pensile di grande eleganza. Particolare è la torre campanaria che si trova sul lato settentrionale della chiesa: il basamento è in pietra chiara, mentre il resto della torre si sviluppa in altezza a file alternate di conci di tufo e cotto, per terminare con il solo cotto della cella campanaria, aperta in bifore separate da colonnette di pietra. L’interno è a tre navate, divise da pilastri alternati a colonne, che si concludevano con ogni probabilità in tre absidi, com’è ancora riscontrabile in diverse chiese veronesi della stessa epoca e della stessa tipologia. Ma le absidi originali non esistono più, essendo state in seguito distrutte per costruire le attuali. Esiste invece al disotto della volta a botte della nave maggiore e delle volte a crociera delle navi minori, pure successive alla fabbrica romanica, il tetto a cavalletti che, più volte rimaneggiato, conserva ancora molte delle travature originali. La pieve romanica doveva essere adorna anche di molti elementi decorativi, parte dei quali reimpiegati nel rifacimento quattrocentesco della fiancata verso la canonica e purtroppo finiti poi quasi tutti, nel secolo XVII, col rimanere nascosti fra le volte e il tetto del chiostro. Questi fregi superstiti sarebbero dunque i resti di una complessa decorazione che correva lungo tutta la fiancata, con motivi vegetali, animali e persino con scene tratte dalle sacre Scritture, com’è tipico del romanico ed in particolare del romanico veronese.

Tiziano Brusco