Pontida chiama: presenti. Domenica l’attesissimo discorso di Salvini Dal Veneto 100 pullman: 1.500 persone dalla nostra provincia. Lorenzo Fontana: «Adesioni oltre ogni aspettativa. Verrà data la linea per il futuro». Zaia tuonerà sull'autonomia. Il primo raduno leghista fu il 20 maggio 1990

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Dall’ampolla con l’acqua del Dio Po alla raffica di selfie col “Capitano”. Dal verde padano al blu nazionalista. Gli slogan secessionisti hanno lasciato posto all’«Italia da Nord a Sud». I trecentomila fucili bergamaschi paventati da Bossi si sono trasformati in raffiche di “like” e “condivisioni”. Anche gli elmi da vichingo, ormai, appartengono al passato. Sono cambiati riti, protagonisti e parole d’ordine. Roma non è più «ladrona», anche se da qualche giorno è tornata un po’ a esserlo, con tutti quei parlamentari “nemici” e “traditori” a spartirsi le poltrone anziché accettare nuove elezioni. Nel mirino oggi ci sono l’Europa, l’establishment, Macron, la Merkel, le Ong. Nessuno, o almeno nessuno della classe dirigente può permettersi di dichiararlo, ce l’ha più coi “terroni”, anche se è forte la rabbia verso i detrattori dell’autonomia. A Pontida, domenica (il raduno inizia ufficialmente oggi con l’assemblea federale dei Giovani), sono attese decine di migliaia di persone. Gli organizzatori non azzardano stime. Potrebbe essere l’edizione più partecipata di sempre. Arriverà qualche centinaio di persone anche dalla Francia, dall’Austria, dalla Germania e dall’Olanda: Salvini ha chiesto un supporto particolare al fronte sovranista europeo. Solo dal Veneto partiranno un centinaio di pullman. Sarà la regione italiana più rappresentata.

Verona, in questo esodo di metà settembre, avrà un ruolo di primo piano. «Si tratta di una partecipazione straordinaria che ci riempie di gioia» ha detto il deputato ed ex ministro Lorenzo Fontana. «Grazie a chi ci sarà e a chi ha messo in campo un enorme impegno organizzativo. Il numero di adesioni ha superato di gran lunga ogni più rosea aspettativa, è il segno evidente che c’è fermento e tanta voglia di sostenere Matteo Salvini e la Lega. Sarà sicuramente una Pontida importante, dove sarà delineata la strategia del partito per il futuro: siamo convinti che riusciremo a far valere le nostre idee e che torneremo al governo con una squadra finalmente unita e compatta, nell’interesse dei veneti, del Paese e non di Stati stranieri». Sono ore frenetiche per i parlamentari veronesi e per il coordinatore provinciale, e assessore comunale al Commercio, Nicolò Zavarise: nulla, sul fronte organizzativo, deve essere lasciato al caso. Tutta la Lega, tornata di lotta dopo i 15 mesi di governo, intende dare un segnale di forza ai rappresentanti del governo giallorosso. Per Salvini, questa, è la Pontida più importante. Il pratone teatro di mille battaglie è da sempre il barometro più fedele per i dirigenti del Carroccio. Mai come oggi il “Capitano” ha bisogno di mostrare i muscoli. Il Senatùr inaugurò lo storico raduno il 20 maggio 1990. L’erba incolta venne falciata nel giro di qualche ora da un manipolo di fedelissimi. Sognavano la Padania e l’indipendenza. Adesso il governatore Luca Zaia è pronto a portare in piazza i concittadini in nome dell’autonomia, dei 2 milioni 300 mila veneti il cui voto è stato trattato come carta straccia da Palazzo Chigi. Il palco scalcinato di Pontida, 29 anni fa, venne sistemato alla bell’e meglio. Ora, per com’è fatto, potrebbe ospitare un concerto rock. Pontida, tra storia e leggenda, fu il luogo della Bergamasca dove nel 1167 i Comuni lombardi giurarono e si strinsero in Lega contro Federico il Barbarossa. Nel ’90 la Lega Lombarda – la denominazione “Nord” fu introdotta l’anno dopo – contava un solo parlamentare. Oggi ne ha un esercito, armato di smartphone. Pontida è cambiata nei simboli e nelle parole d’ordine, ma non nello spirito battagliero. Dal 2013 gli slogan ufficiali sono stati: “Prima il Nord!”, “Un’altra Europa è possibile”, “Siamo qui per vincere”, “Donne e Uomini liberi votano no”, “Referendum è libertà”, “Il Buonsenso al Governo”. Oggi e domani il claim sarà “La forza di essere liberi!». Verona, sul pratone, ha sempre recitato un ruolo di primo piano e anche quest’anno continuerà a farlo.