E’ Stefano Raimondi, 27enne campione paralimpico di nuoto, il vincitore del Cangrande d’Oro 2025, riconoscimento che il Comune assegna ai campioni dello sport scaligero. Raimondi ha vinto quest’anno due medaglie d’oro, una medaglia d’argento e una medaglia di bronzo ai mondiali di Singapore e ha un palmares di tutto rispetto avendo vinto l’oro nei 100 metri rana alle Parlamipiadi di Tokyo 2021 e 5 ori a Parigi 2024.
“Sono molto felice di aver ricevuto per la seconda volta il Cangrande d’Oro. Devo dire che un po’ me l’aspettavo dopo i risultati ottenuti a Parigi. Questo premio è un grande incoraggiamento a continuare a fare bene anche negli anni che verranno e a portare il nome di Verona nel mondo.
Sono molto grato allo sport e all’attività agonistica, perché mi hanno permesso di tornare a camminare e di diventare la persona che sono oggi, una persona migliore. Lo sport mi ha fatto incontrare la mia compagna, con cui ho costruito una famiglia bellissima. Mi ha dato la possibilità di raggiungere risultati importanti, di entrare nel movimento paralimpico e di portarne i valori in Italia e all’estero, condividendoli con chi ci segue da casa e in TV. Spero che il mio percorso possa spingere anche tanti ragazzi che hanno vissuto incidenti o momenti difficili ad avvicinarsi allo sport, a conoscere persone nuove e a trovare stimoli capaci di aiutarli a superare i propri limiti”.
Nella prestigiosa cornice di Casa Verona, Raimondi ha ricevuto il premio dalle mani del sindaco Damiano Tommasi, rientrato dalla cerimonia di arrivo in Italia della fiamma olimpica dalla Grecia: “Sì, la cerimonia è stata emozionante. Come dicevo a Giovanni Malagò, che è stato presidente del Coni fino a pochi mesi fa, delle Olimpiadi si parla con scetticismo fino a qualche giorno dall’inizio. Si discute di lavori, disagi, investimenti impegnativi. Poi all’improvviso tutti vogliono un biglietto per la cerimonia, un biglietto per le gare, tutti vogliono esserci. Casa Verona vuole proprio evitare di arrivare a quel punto all’ultimo momento. Le Olimpiadi e le Paralimpiadi, per gli atleti, sono un’esperienza che va raccontata, vissuta e compresa fino in fondo. Ci auguriamo che Casa Verona possa farci vivere queste emozioni, attraverso le parole degli atleti e delle atlete, di chi lo sport lo ha vissuto in modo totalizzante. Perché chi fa sport professionistico deve avere almeno un po’ di ossessione per la perfezione, per il gesto tecnico. E questa intensità va condivisa, va trasmessa nell’incontro con le persone”.
Il sindaco hai poi sottolineato che ci teneva “a essere qui stasera perché vorremmo che Casa Verona diventasse crocevia di voci, gesti e relazioni, partendo da un luogo che la città aspetta di rigenerare da tanti anni, l’Arsenale. Abbiamo eventi sportivi e internazionali che tornano ogni anno e spero che in questo spazio molti di noi potranno seguire le gare olimpiche”.
Venendo al premio Cangrande, il sindaco ha spiegato come “ogni anno questo valorizzi tutte le sfaccettature dello sport, dagli allenatori agli sponsor. Il mio rammarico, nelle Olimpiadi che ho vissuto, è sempre stato quello di non aver partecipato alle cerimonie. È un rimpianto che mi porto dietro, ma credo che Verona saprà riscattarlo. Le cerimonie, da sindaco della città che ospita un evento così importante, mi fanno vivere emozioni profonde. Spero che l’energia e la forza che gli atleti e le atlete trasmettono possano contagiarci tutti”.



