Primo modello sperimentale di retina artificiale liquida al Sacro Cuore Questo modello di seconda generazione è bio compatibile

Dalla collaborazione tra i ricercatori del Center for Synaptic Neuroscience and Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, coordinato da Fabio Benfenati, e un team del Center for Nano Science and Technology dell’IIT di Milano, coordinato da Guglielmo Lanzani, con l’Unità operativa di Oculistica dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, diretta dalla dottoressa Grazia Pertile, nasce l’idea rivoluzionaria di realizzare una protesi artificiale liquida di retina, per contrastare in futuro gli effetti di malattie come la Retinite pigmentosa e la degenerazione maculare legata all’età che portano alla progressiva degenerazione dei fotorecettori della retina, causando cecità. Il team multidisciplinare vede coinvolti anche partner scientifici come l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova e il CNR di Bologna. La ricerca, inoltre, ha potuto contare sul supporto della Fondazione 13 Marzo, Fondazione Ra.Mo., Rare Partners srl e Fondazione Cariplo.

Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale Nature Nanotechnology, rappresenta lo stato dell’arte nell’ambito delle protesi retiniche ed è un’evoluzione del modello di retina artificiale planare sviluppato dallo stesso team nel 2017 (Nature Materials 2017, 16: 681-689): un foglietto ricoperto di polimero che una volta impiantato nell’occhio si comporta come un minuscolo pannello fotovoltatico capace di trasformare l’impulso luminoso in impulso elettrico al cervello per la formazione dell’immagine.
“La procedura chirurgica per l’iniezione sottoretinica delle nanoparticelle fotoattive è minimamente invasiva e potenzialmente replicabile nel tempo, a differenza delle protesi retiniche planari – afferma Grazia Pertile, Direttrice dell’Unità Operativa di Oculistica dell’ IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar – Il tutto mantenendo i vantaggi della protesi polimerica, che è naturalmente sensibile alla luce che entra nell’occhio e non necessita di occhiali, telecamera o sorgenti di energia esterne.” “I nostri risultati sperimentali evidenziano la potenziale rilevanza dei nanomateriali nello sviluppo di protesi retiniche di seconda generazione volte a curare la cecità degenerativa retinica, rappresentando un fondamentale passo avanti”. – dichiara Fabio Benfenati, Direttore del Center for Synaptic Neuroscience and Technology dell’IIT di Genova.