Qualità della vita, Verona nella top ten Rispetto allo scorso anno miglioramento di 6 posizioni. Ma scoppia la polemica sui dati negativi della sicurezza che portano città e provincia in fondo alla classifica per furti e rapine. Bene le rilevazioni su ambiente, vivibilità, servizi, cultura e spettacoli

di Raphael Andres

Qualità della vita, Verona ritorna tra le prime dieci

In testa per la prima volta Udine, seguita da Bologna e Trento. La nostra città recupera sei posizioni con buoni risultati e qualche ombra

Verona ritorna nella top ten delle città dove è più alta la qualità della vita secondo l’indagine annuale del Sole24Ore che vede in testa per la prima volta Udine, seguita sul podio da Bologna e Trento. Tra le prime 10 città d’Italia troviamo Bergamo, quest’anno Capitale della cultura insieme a Brescia, che sale al 5° posto della classifica dei territori più vivibili. Anche Modena, settima, torna nella top ten e nella parte alta della graduatoria troviamo anche la provincia di Aosta, al quarto posto. Si confermano nella top ten anche Milano, stabile rispetto allo scorso anno e resta prima nella categoria «Affari e lavoro», e Firenze che, dopo aver occupato il podio nel 2022, quest’anno è sesta. Tra le prime dieci anche Monza e Brianza. Si notano particolarmente le assenze di Trieste e Bolzano, scese rispettivamente al 12° e 13° posto.
Verona guadagna nel complesso sei posizioni con luci e ombre: guadagna molte posizioni (più 44) nella categoria Ambiente e servizi per un miglioramento generale di vivibilità, nella Cultura e tempo libero (più 17) grazie all’alto numero di spettatori (per numero di ingressi negli spettacoli Verona è seconda in classifica) e nella categoria Demografia e società si piazza al quarto posto generale scalando quattro posizioni.
Male invece nella classifica di Giustizia e sicurezza dove Verona crolla di 27 posizioni precipitando al 57° posto; si perdono posizioni anche in Affari e lavoro (meno 9) e in Ricchezza e consumi (meno 5). Male i consumi energetici di città e provincia sono troppo alti e portano Verona in fondo al 101° posto.
Tra i diversi indicatori, le posizioni migliori che troviamo sono un quinto posto per Posti letto per specialità ad elevata assistenza e un settimo per Speranza di vita alla nascita, un 12° posto per la Qualità della vita degli anziani e un 13° per Qualità della vita dei bambini.

Sicurezza, nota dolente tra furti e rapine Retribuzioni, troppo alte le differenze

Siamo all’82° posto per l’Indice di criminalità e denunce di delitti, per i reati oltre il 90°

Per quanto riguarda la sicurezza, nota dolente per la provincia di Verona, siamo all’82° posto per Indice di criminalità – totale dei delitti denunciati e al 93° per Furti con strappo oltre a un 90° posto per Rapine in pubblica via.
Ancora troppo alta la differenza di retribuzione tra uomini e donne: per la voce “Gender pay gap”, vale a dire la differenza percentuale di retribuzione media annua (nel settore privato, fonte Inps 2022), ci piazziamo al 68° posto.
LE ULTIME. Anche questa edizione fotografa una concentrazione del Mezzogiorno nella seconda metà della graduatoria, con l’unica eccezione di Cagliari che arriva al 23° posto. Ma non mancano le variazioni. In primis il ritorno di Foggia, 107ª, a vestire la maglia nera dopo dodici anni (come nel 2011 e nel 2002). Nelle ultime 40 posizioni scivolano ben nove province del Centro o del Nord, tre più dell’anno scorso al netto della risalita di Fermo: a Latina (87ª), Imperia (81ª), Frosinone (80ª), Alessandria (70ª) e Rovigo (68ª), si sono aggiunte Grosseto (74ª), Viterbo (75ª), Rieti (73ª) e Massa Carrara (72ª).
Tra le ultime cinque classificate arrivano anche Siracusa (104ª, -14 posizioni) e Napoli (105ª, -7 posizioni): la prima penalizzata, tra l’altro, dalla bassa speranza di vita (nel 2022 registrò un picco di decessi per le ondate di calore estive), dalle imprese in fallimento, dal gender pay gap e dal risibile numero di lavoratori domestici regolari; la seconda – nonostante l’effetto scudetto sul turismo locale, non rilevato nei dati presi in esame – dalla densità abitativa, dalla criminalità predatoria in ripresa, dagli scarsi dati occupazionali e da un saldo migratorio sfavorevole.
LE GRANDI CITTA’ FANNO FATICA. Restano sostanzialmente immobili le altre aree metropolitane, quasi incapaci di ripartire dopo la pressione generata da emergenze e shock economici negli ultimi anni. Mentre Bologna, Milano e Firenze cercano di non perdere di vista la top ten e i loro primati, Roma è 35ª(-4 gradini), seguita da Torino (36ª) e Genova (47ª, in calo di 20 posizioni).
ECCELLENZE. L’indagine consente anche di rilevare curiosità interessanti. Conferma primati consolidati come quello di Massa Carrara nelle librerie ogni 100mila abitanti oppure di Vibo Valentia nelle imprese con titolari under 35. C’è poi Savona che mantienre il record nel numero dei ristoranti (7,2 ogni 1000 residenti), ma perde quello nei bar, che per la prima volta va a Nuoro, con 5,7 locali ogni 1000 abitanti. Vittoria di Isernia per numero di progetti finanziati con i fondi del Pnrr sul territorio: 12,3 ogni 1000 abitanti; mentre Ascoli Piceno ringrazia l’industria farmaceutica che la porta in prima posizione nel rapporto export/Pil.

Inflazione e prezzi, risparmi ridotti

E l’ex sindaco Tosi attacca Tommasi: “Sicurezza ko, sembra di essere in Sudamerica”

INFLAZIONE E AUMENTO DEI COSTI. L’’impennata dei costi (dal mutuo alle bollette, passando per la spesa e le vacanze) ha portato le famiglie italiane a intaccare i propri risparmi, molti dei quali accantonati durante e immediatamente dopo il Covid: dopo anni di aumenti, infatti, i depositi bancari hanno registrato calo del 3,8% tra agosto 2023 e lo stesso mese del 2022. La cornice a questa situazione di stallo è un Paese che sembra prendersi meno cura di sé. A livello letterale, visto che i medici di medicina generale, primo livello nell’approccio tra i cittadini e la sanità pubblica, sono in calo del 6%, ma anche a livello sociale con gli effetti della crisi economica che risultano essere una delle cause dell’aumento dei reati (denunciati) che trovano spazio nell’Indice della criminalità (+4,4% nel primo semestre 2023 sul 2022). L’unico investimento sembra essere quello nell’efficientamento ambientale con le riqualificazioni energetiche che hanno segnato un +124,5% nel 2021 sul 2020 (ultimo dato disponibile), complice la spinta del superbonus.
E proprio i dati negativi sul fronte della sicurezza, che sono in peggioramento in città e provincia, fanno intervenire l’ex sindaco Flavio Tosi, ora parlamentare di Forza Italia, che commenta preoccupato l’indagine del Sole24Ore sulla qualità della vita del 2023. Su poco più di cento comuni capoluogo, ricorda Tosi, la città scaligera è all’82° posto per “Indice di criminalità – totale dei delitti denunciati”, al 93° per “Furti con strappo” e 90° per “Rapine in pubblica via”.
Tosi dice: “Il report del Sole 24 Ore mostra in modo drammatico la condizione di degrado sociale e insicurezza in cui versa la città, relegata dalla sinistra di Tommasi a posizioni poco
occidentali e molto sudamericane sui reati di strada. Siamo a Verona o a Caracas?” si chiede con sarcasmo. “Del resto l’allarme sociale è forte e noi abbiamo cominciato a denunciarlo in tempi non sospetti, andando più volte nei quartieri e nei luoghi più vulnerabili del centro storico. In periferia come in centro rapine, furti, molestie, minacce, aggressioni fisiche purtroppo non sono più episodi, ma fatti reiterati, costanti, a opera non solo di baby gang, ma anche di bande organizzate”.
“L’amministrazione di sinistra – continua Tosi – minimizza, tollera, rimane inerte, non sa che fare davanti a una criminalità dilagante. Siamo di fronte a un’incapacità operativa e organizzativa, ma anche a precisi limiti culturali e ideologici, perché la sinistra tende a
comprendere, quasi a giustificare i comportamenti socialmente devianti”.
Tosi ricorda quando il tema della sicurezza era il cavallo di battaglia della sua amministrazione, tanto da essere chiamato sindaco-sceritto. “Con me sindaco, Verona era un vanto per decoro, sicurezza e ordine pubblico, oggi è un disastro”.
Tosi poi sottolinea che probabilmente la realtà è ancora più drammatica di come, comunque già gravemente, viene dipinta dall’indagine del Sole 24 Ore: “Il report tiene conto dei reati denunciati, ma sappiamo che quando c’è una forte dose di insicurezza e di fatti violenti e criminosi si crea inconsciamente una spirale che porta il cittadino ad arrendersi e a non denunciare più. La situazione è completamente sfuggita al controllo di sindaco e amministrazione”.