Quando Cesar metteva paura a Kakà Duro, erede di Lorenzo D’Anna, uno che non si tirava indietro. E se c’era da menare...

Un po’ di nostalgia, inevitabile. Perchè guardi ‘ste foto e ti sembra ieri, quando gli avversari del Chievo erano Milan e Inter, Juve e Roma, Hellas e via discorrendo. E gli avversari erano Kakà e Totti, giusto per fare due nomi.
E ti prende un nodo allo stomaco, se pensi che tutto questo è finito in un tremendo buco nero, in fondo senza neppure aver capito come sia successo. Tre-quattro anni fa te la giocavi col Milan, oggi sei scomparso dal calcio, cancellato da ogni classifica, come se non fossi mai esistito.
E allora, vai a riscoprire vecchie foto, spolverate dall’archivio, per rivedere i guerrieri di ieri.
Quelli come Bostjan Cesar, detto Boss, non solo per via del nome. Lui era il Boss della difesa, il “cattivo”, sguardo da duro e l’entrata giusta quando serviva, meglio una in più che una in meno. E’ stato, di quel Chievo, una bandiera, grinta spianata e sguardo fiero, uno di quelli che ti saresti immaginato al Chievo per sempre e che forse, al Chievo per sempre, ci sarebbe sempre stato.
Cesar oggi è il c.t. dell’Under 21 della Slovenia, dove insegna calcio e regole di vita, linee difensive e linee di comportamento.
Non potevi sgarrare, con uno come lui. Se qualcuno cercava di “menare il can per l’aia” lo prendeva per un orecchio e lo rimetteva in riga. Un po’ quello che faceva in campo, erede esemplare di Lorenzo D’Anna. Grandi giocatori, maprima ancora uomini in gamba. Quelli che appartengono alla storia del Chievo e che adesso è comunque bello andare a ricordare. Sembra passato un secolo, è storia dell’altro ieri.