Quando scopri di essere ammalata. Con «La gioia di essere me» Tiziana Curione veste i panni della protagonista Amelia

«Sono una persona con pregi e difetti, vivo a Verona con la mia famiglia, ho due gatti che adoro. Sono un’insegnante, lavoro nella scuola primaria e i bambini stimolano molto la mia creatività». Si presenta così Tiziana Curione, autrice del libro LA GIOIA DI ESSERE ME (Kimerik editore), un viaggio narrativo nei panni della protagonista Amelia, che tenta di gestire la propria esistenza avendone il pieno controllo, nonostante le fragilità determinate dalla malattia. «Il mio romanzo nasce dal desiderio di raccontare tutte le emozioni che attraversano la mente di una donna dinanzi alla diagnosi di tumore al seno. Inizia a presentare così il suo libro l’autrice – Rappresenta un lungo viaggio dentro sé stesse, per toccare delicatamente il dolore e plasmarlo, fino a farlo diventare coraggio e forza interiore. La protagonista Amelia troverà in sé delle risorse incredibili per vincere le sue paure e aiutare le altre donne ad amarsi di più, nonostante le imperfezioni fisiche ed emotive.» Tutto nasce dalla scoperta di essersi ammalata. «La scoperta del ‘Morbo di Paget al seno’ è stata un fulmine a ciel sereno per me; un semplice controllo senologico ha messo in evidenza questa malattia silente e subdola, che non dà segni al suo primo insorgere. Fino ad alcuni decenni fa, colpiva una fascia della popolazione femminile più avanti nell’età, oggi è presente anche in quelle giovani. Strumenti come mammografia ed ecografia possono fare la differenza ed essere dei veri salvavita. Per me lo sono stati, e da questa consapevolezza nasce il desiderio di diffondere la cultura della prevenzione.» Dalle paure e la solitudine nasce il bisogno di dare vita e forma ai pensieri iniziando a scrivere. «Esattamente. La paura è stata un trampolino di lancio per guardare oltre il mio vissuto. Ho incanalato tutte le insicurezze nella scrittura e sono fiera del risultato raggiunto. Sono dovuta rinascere dopo l’intervento di mastectomia e la ‘nuova me’ ha preso il posto della donna sempre scontenta di prima. Mi sono sentita ‘diversa’ e bellissima, ‘nonostante tutte le cicatrici’, felice di vivere, di esserci ancora. L’ esperienza a contatto con il cancro mi ha permesso di delineare la protagonista del mio romanzo, a non temere lo specchio e i cambiamenti del corpo. Ho iniziato ad amarmi di più e dar voce ad Amelia ha significato raccontare le emozioni di tantissime altre pazienti.» Opera importante la sua, anche per la finalità, con i proventi destinati all’Associazione LA CURA SONO IO «Ho conosciuto l’impresa sociale senza scopo di lucro ‘La cura sono io’ che opera a Verona, quando ero già uscita dalla malattia, ma ho amato da subito la Mission di Maria Teresa Ferrari, che ha fondato questo ente benefico nel 2017. Oggi l’Associazione usufruisce di molte collaborazioni importanti, sempre a fianco delle donne con il tumore al seno, con un sostegno davvero prezioso.» Salutiamoci invogliando i lettori a leggere il suo LA GIOIA DI ESSER ME. «Il mio consiglio è quello di leggere questo romanzo per imparare ad amare il presente e vivere intensamente nel ‘qui e ora’, per capire che la vita è una soltanto e vale sempre la pena di viverla con gioia.»