Quarant’anni fa addio a John Lennon L’8 dicembre 1980, a New York, un folle uccise con 5 colpi uno dei leggendari Beatles

«Faceva freddo. Tirava vento quel giorno New York. “E’ il momento”, mi dissi. In quell’istante vidi la limousine di Lennon arrivare. Una voce dentro di me diceva “fallo..fallo..fallo ora”. Mi passò davanti. Mirai alla schiena e premetti il grilletto 5 volte. John Lennon era morto».
A mettere fine alla vita di quello che viene considerato probabilmente il musicista più famoso ed influente nella storia della musica, fu Mike David Chapman, una guardia giurata in servizio alle Hawaii che nella tarda serata dell’8 dicembre del 1980 sparò 5 colpi di pistola nella schiena di John Lennon.
Musicista, compositore e attivista dei Beatles, Lennon moriva davanti alla sua abitazione, a Central Park, (NY); e assieme a lui moriva il sogno di una generazione.
Nato a Liverpool nel 1940, John Lennon iniziò ad approcciarsi alla musica grazie alla madre, la quale lo convinceva spesso ad accordare il suo vecchio banjo. John non ci mise troppo a prendere confidenza con gli strumenti, e nel 1957 fece la sua prima apparizione pubblica con la sua nuova band, The Quarrymen, che successivamente cambiò il nome in The Beatles. Storica è la frase della zia di Lennon, Zia Mimi, che vedendolo sempre armeggiare con la chitarra, gli disse «La chitarra va bene, John, ma non ti darà certo da vivere». No, infatti. Gli diede addirittura una vera e propria immortalità. Ma ci arriveremo dopo.
Nel 1963 i Beatles pubblicarono i loro primi 2 successi, Please Please Me e She Loves You grazie ai quali la band di
Liverpool decollò a livello mondiale, diventando il gruppo più famoso di sempre.
I Beatles cambiarono la storia della musica del XX secolo ma non solo. Il loro influsso rivoluzionò l’idea della società, della politica, del costume. Nulla fu come prima. A rivoluzionare Lennon stesso però, non furono solo i Beatles, ma soprattutto l’incontro con Yōko Ono, cantante e artista giapponese che folgorò il cantante.
Dopo lo scioglimento dei Beatles, Lennon iniziò con la moglie Yōko una nuova pagina della sua vita intraprendendo la carriera da solista, dove l’influsso di lei era particolarmente evidente. Da questo sodalizio musicale e amoroso nacque Imagine, uno dei dischi più simbolici e proficui di Lennon, che diventò presto l’inno mondiale al pacifismo.
Poco dopo l’uscita di Double Fantasy, Lennon un pomeriggio si trovava sotto il suo appartamento, il Dakota Building a New York, mentre un uomo tarchiato, di aspetto goffo che reggeva in mano uno degli album di Lennon, oltre che una copia de Il Giovane Holden di Salinger, romanzo della ribellione giovanile per eccellenza, si avvicinò.
L’uomo era Mark David Chapman, che con voce sommessa chiedeva un autografo al suo mito, da cui era totalmente ossessionato. Lennon firmò l’album e se ne andò al Record Plant Studio, per incidere altri brani. Al suo ritorno, verso le 22.45, Chapman lo stava ancora aspettando sotto casa. Lennon uscì dell’auto e si avviò verso il portone.“Mr Lennon, sta per entrare nella storia!”, gridò Chapman. E subito dopo fece fuoco. John Lennon venne dichiarato morto alle 23.09. La radio dell’ospedale cominciò a suonare All My Loving. Chapman non aveva sparato solo ad un uomo, ma ad una rivoluzione. La rivoluzione pacifica e potentissima dei Beatles, e di Lennon stesso, preso anche forse contro la sua stessa volontà come esempio e simbolo contro ogni forma di oppressione e violenza.
Vanessa Righetti