Quel dolore per la morte assurda In spiaggia, dentro una buca, si è consumata una tragedia silenziosa, ma straziante

A Montalto di Castro, sul litorale laziale, pochi giorni fa si è consumata una tragedia tanto silenziosa quanto straziante. Il giovanissimo Riccardo Boni, è morto soffocato, senza che nessuno se ne accorgesse, nella stessa buca che aveva scavato in spiaggia insieme ai fratellini. Una delle ipotesi investigative più probabili è che il ragazzo, raggiunta una profondità di oltre un metro e mezzo avesse deciso di creare un tunnel da unire a una seconda buca che avrebbe scavato successivamente. Ma una volta iniziato a scavare in orizzontale, la sabbia avrebbe ceduto travolgendolo mentre si trovava sdraiato impedendogli di rialzarsi. All’inizio vicino alla buca c’erano anche i suoi fratelli che a un certo punto se ne sono andati. Sarebbe stato il fratellino di soli cinque anni ad avvertire la mamma disperata che cercava il figlio scomparso, dicendole in continuazione “Riccardo è sotto la sabbia”. È terribilmente difficile accettare che un ragazzo di 17 anni, in vacanza con la famiglia, abbia perso la vita, in più in un simile modo… Non stava facendo nulla di così azzardato che facesse pensare a un rischio o a un pericolo imminente… Eppure, quello che all’apparenza sembrava solo un semplice gioco nascondeva delle insidie tali da poter portarselo via per sempre e in pochi istanti. Scavare buche in spiaggia potrebbe sembrare un’attività innocua. Tuttavia, sotto l’apparente divertimento si possono celare dei pericoli sconosciuti ai più, ma reali. Come ha spiegato Stephen Leatherman, insegnante di scienze costiere alla Florida International University, il pericolo è che la sabbia possa collassare all’improvviso e seppellire tutto ciò che trova sotto di lei. Sopravvivere a morti così drammatiche e assurde, che riguardino familiari, amici o persino conoscenti è un’esperienza che cambia per sempre. Accettare una scomparsa inaspettata, inspiegabile e profondamente ingiusta, è una delle prove più complesse e dolorose che una persona possa affrontare. Non vi sono risposte a cui aggrapparsi, ma esistono solo passi, pensieri e modi per iniziare a convivere con quel tipo di perdita. Una morte assurda spesso scatena sentimenti intensi di rabbia, incredulità, colpa, ingiustizia e smarrimento. Risulta fondamentale non cercare di reprimerli in quanto sono reazioni naturali che necessitano del loro spazio. È importante accettare che il dolore provato è legittimo. Tentare subito di razionalizzare o dare un significato a un qualcosa di così straziante può far sentire ancora più lacerati. La morte, soprattutto se così inconcepibile, può anche scatenare veri e propri traumi, una flessione del tono dell’umore o innescare disturbi post-traumatici. Non è debolezza chiedere un supporto psicologico ma è un atto di cura verso se stessi. La mente ha bisogno di comprendere anche ciò che non ha un senso. Essere aiutati a “portare fuori il dolore” è un modo per non essere schiacciati da esso.

Sara Veronica Rosa, psicologa e psicoterapeuta