Referendum, lo scontro non si ferma De Carlo: “Il più grosso autogol della Sinistra”. Bonfante: “La Destra ha speculato”

“Doveva essere una spallata al Governo Meloni, si è trattato del più grosso autogol nella storia della sinistra: in un colpo solo, sono riusciti a rompere l’unità sindacale e a far registrare il peggior risultato della storia per quanto riguarda l’affluenza ai referendum abrogativi. Hanno strumentalizzato temi delicati come quelli del lavoro e della cittadinanza; un risultato però lo hanno ottenuto: volevano mandare un messaggio chiaro al presidente Meloni e ci sono riusciti. Il messaggio che è arrivato dalle – poche – schede di oggi infatti è chiarissimo: i cittadini riconoscono e premiano l’operato di questo governo di centrodestra sui temi del lavoro. Gli italiani sanno distinguere quello che è un vero atto di democrazia partecipata da quel che invece è una strumentalizzazione politica e partitica: la sonora sconfitta della sinistra di oggi è l’evidente segnale dello scollamento tra loro e le reali esigenze dei cittadini”: così il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare e coordinatore veneto del partito, commenta l’esito referendario. Sul fronte opposto da registrare le dichiarazioni del segretario provinciale Pd Verona Franco Bonfante. “Chiaramente – ha detto – non è questo il risultato per cui come Pd abbiamo lavorato intensamente e unitariamente in queste settimane, tuttavia il valore della consultazione referendaria va oltre il mancato raggiungimento del quorum, che sapevamo essere difficilissimo. E lo è per ragioni molto diverse da quelle su cui la destra ha speculato durante tutta la campagna al fine di evitare di entrare nel merito dei quesiti. Il forte calo dei votanti che si verifica già da alcuni anni anche per elezioni politiche o per i Sindaci – aggiunge – faceva prevedere che il quorum non sarebbe stato raggiunto e che una performance dignitosa sarebbe stata attorno al 30 per cento, con almeno 12 milioni di elettori. Cosa che, stando ai risultati disponibili, è avvenuta sia a livello nazionale che a livello cittadino. Sul piano politico per – conclude Bonfante – il PD è stato importante posizionarsi in modo chiaro a fianco degli interessi concreti dei lavoratori. In questi giorni si sono create le basi per essere credibili sulle iniziative in materia di salario minimo, per stipendi più adeguati, e per ulteriori iniziative tese a combattere la piaga degli infortuni e della precarietà del lavoro che colpisce in particolare i giovani. Per il resto, attendiamo di conoscere i risultati dei si e dei no per singolo referendum per una analisi più corretta e completa”. Per Luca Perini di Sinitra Italiana “Il prima dato utile da questo referendum è che i milioni di voti per il ‘SI’ sono di più di quelli che ha preso Meloni, e la destra, alle ultime elezioni. Gli stessi che ancora oggi stanno governando irresponsabilmente questo paese. Oggi esiste una maggioranza di persone che chiede un’alternativa a questa destra. La stessa che in queste ore vuole intestarsi l’astensione”.