Regalare un libro alza le statistiche. A Natale può fare la differenza. Con 80 mila titoli c’è l’imbarazzo della scelta

Nei giorni della corsa, ‘matta e disperatissima’, al regalo di Natale dell’ultimo minuto, che spesso consiste in oggetti banali, e ahimè inutili, pronti a riempire scaffali e cassetti occupando spazio prezioso, la scelta di un libro da mettere sotto l’albero risulta, sempre e comunque, vincente. Anche solo per una ragione di ‘decoro’: le statistiche europee ci fotografano impietosamente tra le nazioni che leggono meno in Europa. E se in altri paesi la media è di 7-8 libri all’anno per ogni persona, noi italiani arranchiamo ben al di sotto. Un libro a Natale, allora, può fare la differenza, e diventare pure di buon auspicio: consentirebbe di iniziare il nuovo anno con un oggetto sulla scrivania o sul comodino capace di simboleggiare il piccolo contributo di qualcuno di noi per sollevare quei numeri decisamente poco decorosi. Di sicuro c’è l’imbarazzo della scelta. Perché non dimentichiamo che nel nostro paese vi è un altro paradosso grottesco: ogni anno vengono pubblicati circa 80mila nuovi titoli, ma se i lettori sono così rari questo significa che pochi libri meritano di essere letti. Complici l’autopubblicazione, la pigrizia di alcune case editrici che di fatto somigliano a stamperie, prive di un vero progetto di marketing, e ovviamente anche la scarsa qualità dei testi scritti. Cosa scegliere, allora, per fare felici le persone care e far tornare loro il desiderio di leggere? Lasciamo volentieri da parte l’esercito dei libri divulgativi, meglio allora, se il saggio è un genere che piace, tornare ai classici, da George Orwell a Serge Latouche, opere capaci di invecchiare benissimo e che regalano un ulteriore piacere: sono scritte magistralmente, permettendo a chi li legge di imparare a scrivere e a esprimersi meglio. Per chi ama la narrativa segnaliamo Sette volte bosco, di Caterina Manfrini (Neri Pozza, 2025), un romanzo d’esordio firmato da una giovane scrittrice e studiosa di storia contemporanea. I sentieri degli aghi di pino (Mondadori, 2025) è invece il recente libro di Mauro Corona, una appassionante e cruda analisi della relazione che lega l’uomo con la natura. Merita di essere letto Il libro della speranza (Bompiani, prima edizione 2022) di Jane Goodall, la straordinaria etologa scomparsa lo scorso primo ottobre. Studiosa a cui si deve il merito di avere rivoluzionato le nostre conoscenze sul mondo degli scimpanzé, Goodall riflette, in queste pagine, sul concetto di speranza. E se ci sono dei dubbi, con un classico non si sbaglia mai: da Platone a Dostoevskij, da Wilde a Rigoni Stern, da Brontë ai classici greci, riprendere in mano i libri che hanno fatto la storia della letteratura è un regalo che facciamo a noi stessi.