Restaurato un “pezzo” di Commedia L’intervento del Club scaligero presentato da don Fasani: la lunga storia del volume

Nel 2021 ricorrono i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Per celebrare questa ricorrenza, l’Inner Wheel Verona CARF, ha destinato il suo service al restauro di un prezioso incunabolo della Commedia conservato nella Biblioteca Capitolare di Verona.
L’intervento è stato presentato da monsignor Fasani, presidente della Fondazione Biblioteca Capitolare di Verona nel corso dell’incontro ‘’I tesori della Capitolare’’ organizzato dall’Inner Wheel Verona CARF.
‘’Più di un anno fa, come Club scaligero, abbiamo cercato un modo per onorare Dante Alighieri, spiega la Presidente Paola Rinaldi Dalla Bernardina, e parlando con il Prefetto della Capitolare, don Bruno Fasani, è emersa la necessità di restaurare questo antico volume. Abbiamo subito sposato la causa autofinanziando l’impresa e dando il via ai lavori’’. L’ Inner Wheel Club Verona, che quest’anno ha avuto il prestigioso riconoscimento del Certificato di Apprezzamento della Rotary Foundation, promosso dal Rotary Verona Sud Michele Sanmicheli sotto la presidenza di Gian Arnaldo Caleffi, non è nuovo a iniziative di questo genere.
Lo storico Club cittadino nato nel 1984 e formato da 54 socie si è sempre distinto in Service a carattere culturale, sociale ed umanitario, in favore dei più deboli con particolare attenzione a donne, bambini e giovani, sia a livello nazionale che internazionale.
Questo restauro è stato realizzato nel laboratorio della Biblioteca da Francesco Graziani, un ottantottenne che combatte ancora per i progetti in cui crede. Dopo aver spazzolato tutti i fogli del libro, ha rattoppato con carta giapponese, ricucito i fascicoli e applicato nuovi capitelli fatti a mano. La legatura, usurata dal tempo, è stata sostituita con una nuova in mezza pelle e sul dorso è stato applicato il titolo con oro zecchino.

‘’L’incunabolo, stampato a Venezia nel 1493, è un esemplare della Commedia di Dante commentata dall’umanista fiorentino Cristoforo Landino” precisa Monsignor Fasani, “ed è giunto in Biblioteca grazie al lascito di Gian Giacomo Dionisi, canonico bibliotecario dal 1752 al 1771. Dionisi fu uno di più noti studiosi veronesi di Dante nel Settecento e lasciò alla Biblioteca non solo diversi manoscritti, ma anche più di tremila testi a stampa, tra cui 6 dei 9 incunaboli della Commedia conservati oggi in Capitolare”.
‘’Questo studioso non è l’unico possessore del volume di cui si conosca il nome: due note manoscritte poste in apertura ci conducono infatti a quasi cinquecento anni fa, al suo proprietario di allora e a Dante stesso”, continua Don Fasani. “Come rivela la nota di possesso, questa Commedia si trovava tra le mani di un Uberti, figlio del conte Andrea. Gli Uberti esercitavano nel Quattrocento in Lunigiana la professione di notai sotto i potenti Malaspina. Ed è la figura di Moroello Malaspina che il possessore del volume ci ricorda e richiama. I Malaspina all’inizio del Trecento avevano ospitato Dante in esilio ed egli si era avvicinato soprattutto a Moroello, che cita nella Commedia. Probabilmente proprio in seno a questa corte erano nati i primi canti dell’Inferno.
Altra nota attribuita all’Uberti ci parla di un tragico evento accaduto in quei territori nel 1523: il 17 giugno precisamente, le ville di Podenzana, sotto il dominio dei Malaspina, vennero date alle fiamme dal capitano di ventura Giovanni de Medici, il famoso Giovanni dalle Bande Nere, che voleva fondare un proprio Stato in Lunigiana, ma l’incunabolo si salvò. Non sappiamo a quali altri pericoli sia scampato questo esemplare – commenta Fasani – ma di certo, grazie al restauro, è pronto continuare la sua storia’’.