Rientrato in Italia il latitante Zandomeneghi ricercato in campo internazionale

La Polizia di Stato di Verona, in collaborazione con la II^ Divisione del Servizio Centrale Operativo e la partecipazione del Fast Team della Divisione S.I.Re.N.E. del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, all’esito di una serrata attività di indagine coordinata dalla Procura Generale di Roma e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona, ha localizzato e tratto in arresto il 63enne veronese ZANDOMENEGHI Angiolino, ricercato in campo internazionale dovendo espiare la pena di anni 12 mesi 11 e giorni 29 di reclusione in esecuzione di un ordine di carcerazione disposto dall’Ufficio esecuzioni penali.
Nella giornata odierna, a distanza di oltre sei mesi dall’arresto, avvenuto il 31 ottobre 2020, in una strada centrale della città di Capodistria (Slovenia), le Autorità slovene lo hanno consegnato all’Ufficio della Polizia di Frontiera di Fernetti dove ad attenderlo c’erano i poliziotti della Squadra Mobile che gli ha notificato il provvedimento restrittivo.
Il latitante viveva in Slovenia da alcuni anni, utilizzando una falsa identità: quando è stato bloccato dalla Polizia slovena ha riferito di chiamarsi “Mario” ma di non avere con sé i documenti di riconoscimento.
L’esatta identità di ZANDOMENEGHI Angiolino è stata confermata attraverso il confronto delle sue impronte digitali con quelle inserite nella banca dati internazionale Schengen.
L’individuazione del latitante è stata possibile grazie a un’articolata attività di intercettazione telefonica delle utenze in uso alle persone a lui più vicine, in base alla quale è stato identificato un soggetto residente nella provincia di Udine che periodicamente si recava in Slovenia per incontrarlo.
Le informazioni acquisite hanno consentito al Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia di organizzare in Slovenia tramite il Fast Team della Divisione S.I.Re.N.E. la localizzazione e l’arresto del latitante eseguito dal collaterale Fast Team sloveno nel centro di Capodistria.
La pena che ZANDOMENEGHI Angiolino deve espiare rappresenta il cumulo di una serie di condanne comminategli a partire dal 1993 dal Tribunale di Verona e dalle Corti di Appello di Venezia e di Roma per i reati di truffa, associazione per delinquere e ripetute violazioni della Legge sul fallimento.
Tra le condanne rientra quella per bancarotta fraudolenta riferita al fallimento della società “Immobiliare Europa srl”, con la quale Zandomeneghi aveva acquistato per circa un milione e ottocentomila euro il patrimonio dell’ex Democrazia Cristiana costituito da 120 immobili: secondo l’accusa gli immobili sarebbero stati sottratti da Zandomeneghi in prossimità del fallimento dell’Immobiliare Europa mediante la vendita a un’altra società.