Salvini, dal dire al fare

C’era una volta in Italia e nel Veneto un partito che si chiamava Democrazia Cristiana. Ha governato per decenni ed è stato un partito poi decapitato da Tangentopoli. Ora al suo posto ce n’è un altro che si chiama Lega. Le percentuali con cui ha vinto queste elezioni europee sono bulgare ma nella nostra regione sono straordinariamente elevate arrivando a conquistare un elettore su due registrando una crescita percentuale di 17,7 punti rispetto alle politiche di appena un anno fa. E questo grazie soprattutto al suo capo Matteo Salvini che si è preso sul groppone l’onere più pesante di essere il parafulmine di tutto, l’uomo nero, il truce, il fascista e via dicendo. E invece Matteo è stato molto bravo perché ha incarnato fino alla fine il suo personaggio nei suoi discorsi, nei selfie, nei comportamenti spontanei, il buon senso, la moderazione, la speranza, e soprattutto la chiarezza di quello che vuole fare e c’è da fare. Ora deve solo passare ai fatti. I numeri glielo permettono, gli italiani lo vogliono, non ci sono più scuse. I veneti in particolare si a spettano in primis che arrivi la tanto desiderata autonomia.