SALVINI LANCIA FONTANA Elezioni 2019: spifferi da Bruxelles

Il vicepremier Matteo Salvini potrebbe tirare la volata al mi­nistro della Famiglia e alle Disabilità Lorenzo Fontana per la presidenza della Com­missione europea. Quella che fino a qualche settimana fa sem­brava una boutade in re­altà non lo è affatto. A Bru­xel­les se ne parla. E se ne discute anche a Roma. Lo abbiamo scritto nei giorni scorsi e stanno arrivando le prime conferme. Alcuni degli alleati del fronte sovranista che il prossimo maggio con tutta probabilità andrà a formare il secondo partito dopo il Ppe vorrebbero un leghista per la successione a Juncker. Ormai non è più un mistero. Il nome che propongono naturalmente è quello del leader Salvini e l’ultimo en­dorsement in ordine di tem­po è arrivato dall’europarlamentare dell’Afd (Alternativa per la Germania) Joerg Meu­then, il quale considera «auspicabile» la candidatura del titolare del Viminale. Per Meu­then, che occupa un ruolo di primissimo piano all’interno del partito tedesco, «è necessaria con un’urgenza un’alternativa più forte alle candidature che vengono dai vecchi partiti». L’altro giorno, a Re­pubblica, Salvini non ha negato affatto la possibilità di correre per la Com­missione Ue: «Me lo stanno chiedendo, ve­diamo, ci penso» ha dichiarato. A stretto giro le dichiara­zioni di Fontana: «Tanti alleati europei stanno chiedendo a Matteo di gui­dare il fronte identitario alle prossime ele­zioni. Il so­gno di una nuova Europa si av­vi­cina». Se è im­probabile che Salvini la­sci Ro­ma ora che i sondaggi lo danno in testa saldamente per volare in Europa, non lo è affatto che la mossa della Lega sia quella di proporre il nome di Fontana, il quale nonostante i suoi 38 anni è stato europarlamentare per nove e conosce a fondo la macchina di Bruxelles. Vien da chiedersi come potrebbe sentirsi di fronte a questo nuovo successo politico del le­ghista l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, che a Fon­tana ha la­sciato il posto all’euro­parlamento nel 2014 per continuare ad am­ministrare la ci­ttà. A di­stanza di qualche anno non è in discussione chi tra i due abbia imboccato la strada giusta.