San Rocchetto, soprintendenza dice no Nel 2017 l’amministrazione comunale aveva stralciato la scheda dalla variante

La Soprintendenza esprime parere negativo al piano urbanistico ‘San Rocchetto di Quinzano’, avvalorando implicitamente l’iter intrapreso in merito dall’amministrazione comunale, che nel 2017 ne aveva stralciato la scheda dalla variante urbanistica. Il documento evidenzia infatti che gli undici edifici di cinque piani ciascuno previsti nel PUA originario, per una superficie complessiva di circa 13 mila metri quadrati, non sono compatibili con i valori paesaggistici della zona. L’area di San Rocchetto non solo è sottoposta a vincoli per la tutela del paesaggio ma è anche a rischio archeologico per la possibilità di rivenire sedimi e reperti di età protostorica, come già avvenuto in passato.
Caratteristiche che, secondo la Soprintendenza, non sono tenute in adeguata considerazione nel progetto edif­icatorio,che risulta pertanto non integrato e privo di legami con l’ambito di riferimento. Ec­cessiva la volumetria proposta, così come le altezze previste per gli edifici, in un contesto dove l’edificato esistente non superano i 2-3 piani. Alla luce di quanto contenuto nel testo redatto dagli uffici ministeriali, ora la parola finale sul PUA di San Rocchetto spetta al Consiglio comunale. Infatti, dopo che il TAR ha respinto la decisione della giunta di stralciare il provvedimento dalla Variante 23, è ora al vaglio dell’assemblea l’emendamento presentato dal presidente della commissione urbanistica Matt­eo De Marzi, che reintroduce la scheda norma del Pua di San Rocchetto con una superficie edificabile ridotta del 50 per cento rispetto all’originale. I metri quadri da costruire passerebbero da 13 mila a 6 mila 500, con palazzine di altezza non superiore ai 4 piani, in linea con le abitazioni già esistenti. Una proposta che tiene conto anche della sostenibilità complessiva dell’intervento, in termini di traffico, infrastrutture e tutela dell’ambiente e che risponde alle scelte urbanistiche dell’amministrazione. “Lo sviluppo della città deve passare attraverso una crescita improntata sulla sostenibilità, non sulla cementificazione – ha detto il sindaco Federico Sboarina -. Il parere della Soprintendenza conferma dal punto di vista tecnico la nostra scelta politica, che è quella di tutelare un’area vincolata da un intervento troppo invasivo per il contesto. Questo documento conferma la bontà della nostra impostazione in ambito urbanistico, su cui abbiamo lavorato sin dall’inizio. Gli insediamenti urbanistici devono essere compatibili con la qualità della vita dei nostri quartieri e dei cittadini che li abitano, ma devono anche essere sostenibili dal punto di vista paesaggistico, come in questo caso”. In sala Arazzi, insieme al sindaco, c’erano il vicesindaco Luca Zanotto, l’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala e il presidente della commissione Urbanistica Mat­teo De Marzi. “La variante 23 è attualmente all’esame del Consiglio comunale e l’emendamento in questione sarà uno dei prossimi ad essere votato – spiega l’assessore Segala -.Il parere della Soprintendenza arriva quindi in tempo propizio, avvalorando la scelta dell’amministrazione di rivedere la scheda norma con superifici e volumi notevolmente ridotti”.